La Guardia di Finanza ha sequestrato a Messina 16 mila ricci di mare pescati da tre palermitani nella costa calabra. I tre sono stati notati presso il villaggio di Torre Faro della città peloritana con l’ingente quantitativo di ricci e segnalati all’autorita’ marittima. I pescatori sono stati multati per 12 mila euro e sono state sequestrate anche le loro attrezzature subacquee. I ricci sono stati poi gettati in mare.
L’intervento segue quanto stabilito da una legge nazionale che fa iniziare dal primo maggio e fino al 30 giugno il periodo di divieto della pesca professionale e sportiva del riccio di mare, una norma che serve a garantire il ripopolamento della specie in questo periodo.
Oltre al divieto, resta la limitazione valida durante il restante periodo dell’anno compreso fra il 1° luglio al 30 aprile riguardante il quantitativo di esemplari che possono essere prelevati. Nello specifico la normativa stabilisce che la pesca del riccio di mare è consentita a pescatori subacquei professionisti e sportivi, che possono effettuarla solo in immersione e manualmente, utilizzando attrezzi da raccolta limitati all’asta a specchio e al rastrello. Il pescatore professionista, inoltre, non può catturare giornalmente più di 1000 esemplari; al contrario il limite giornaliero per il pescatore sportivo è fissato in 50 ricci.