Da pentiti ad imputati. Questo il risultato delle indagini nell’ambito delle operazioni antimafia Gotha e Pozzo 2 che erano proprio scaturite dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, nei confronti dei quali i sostituti della DDA di Messina, Giuseppe Verzera, Fabio D’Anna, Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio hanno chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta dell’ex padrino boss dei “Mazzarroti” Carmelo Bisognano, di Santo Gullo e di Alfio Giuseppe Castro di Acireale, vicino al clan Santapaola, incaricato di tenere i contatti con i barcellonesi. Erano stati loro a tracciare la geografia della nuova mafia barcellonese dopo l’arresto del boss Giuseppe Gullotti e l’entrata in scena del boss Carmelo D’Amico considerato il referente degli affari gestiti dalla criminalità organizzata. I tre pentiti devono rispondere di associazione mafiosa perché inseriti nell’organizzazione denominata Cosa Nostra di Barcellona. In particolare Santo Gullo è accusato dell’omicidio di Antonino Ballarino ucciso nel 1993 a Mazzarrà S.Andrea; Carmelo Bisognano si è autoaccusato dell’uccisione di Sebastiano Lupica, assassinato a Tripi nel 1994 e sempre Gullo deve rispondere delle esecuzioni di Carmelo Triscari Barberi, ucciso nel gennaio del 1996 a Basicò e Santo Munafò freddato nel giugno del 1997 ancora a Basicò.
Grazie alle loro dichiarazioni gli inquirenti avevano fatto luce sugli affari del clan del “Mazzarroti”, la cosca più sanguinaria della famiglia di Barcellona. Il padrino pentito Carmelo Bisognano e il suo “picciotto di fiducia” Santo Gullo, avevano iniziato a “parlare” nel dicembre del 2010, indicando mandanti ed esecutori di decine di delitti e indicando i cimiteri della mafia a Mazzarrà Sant’Andrea e Basicò, dove furono trovati i resti di vittime di lupara bianca.
Non solo omicidi: i pentiti vuotarono il sacco su diversi casi di intimidazioni, attentati ed estorsioni, come quella di cui lo stesso Bisognano ora deve rispondere, ai danni del titolare della ditta “Gas Spa” attiva a Terme Vigliatore tra il 2000 e il 2001.
Nei giorni scorsi i sostituti della DDA avevano chiesto il rinvio a giudizio, nell’ambito delle operazioni Gotha e Pozzo 2, per capi, affiliati e fiancheggiatori di Cosa Nostra barcellonese, che si chiusero con il rinvio a giudizio lo scorso aprile di 31 persone.