SPECIALE ELEZIONI A BARCELLONA PG: LE INTERVISTE AI CANDIDATI, ROSARIO CATALFAMO “RADICI NEL FUTURO”

 

Chiudiamo la serie di interviste dedicate ai quattro candidati alla poltrona di Sindaco nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Le abbiamo pubblicate in ordine alfabetico a partire da Santi Calderone, Maria Teresa Collica, Filippo Marte. Più difficile è stato contattare l’ultimo candidato, Rosario Catalfamo, che non ha partecipato a nessuno dei confronti organizzati a Barcellona nel corso della campagna elettorale che si avvia alla conclusione, e che speravamo di incontrare il 2 maggio nel corso della presentazione della Commissione Antimafia Europea assieme agli altri candidati.

Pertanto pubblichiamo l’intervista realizzata dalla nostra Carmen Merlino qualche settimana fa, anche senza il “parere” del candidato su temi dibattuti nella città del Longano durante la competizione, quali il precariato o l’introduzione dell’Imu.

………………………………………………………….

Rosario Catalfamo è un dermatologo nato a Barcellona ed esercitante professione medica da quasi trentacinque anni. Negli ultimi tempi ha affiancato a questa attività l’impegno nel campo dello sport come assessore di settore. Candidato con la coalizione del centrodestra, non si pone in rottura con la giunta uscente, facendo anzi intendere di voler proseguire con alcune politiche e progetti da questa avviati o pensati. Siamo riusciti a raccogliere la sua intervista alcune settimane fa ma abbiamo aspettato a pubblicarla solo ora perché volevamo offrire un panorama completo che toccasse anche le tematiche/sfida via via sorte nel corso dell’ intensa campagna elettorale barcellonese. In particolar modo avremmo voluto allegare a queste righe l’opinione e le intenzioni del candidato riguardo i problemi precari ed IMU, specialmente dopo l’assenza del dottore agli incontri coi precari stessi e ad alcuni confronti a quattro. Purtroppo nonostante vari tentativi di contatto da parte nostra, non si è riusciti a  trovare occasione per quel secondo colloquio che ha interessato, invece, gli altri tre. Di seguito dunque la relazione completa dell‘intervista iniziale, con la speranza che possiate riuscire a coglierne il più possibile adeguati spunti di riflessione.” 

Dott. Catalfamo partiamo col discutere la prima impressione generale che la sua candidatura offre agli elettori, ovvero quella di “continuità” con la giunta uscente. Se gli altri candidati hanno nei propri slogan termini come “cambiare”, lei parla di “radici nel futuro”. Potrebbe, anche se può sembrare ovvio, chiarirci il significato di questa espressione e la sua posizione nei confronti della politica Barcellonese degli ultimi dieci anni?

“Il mio slogan è basato proprio su una constatazione, quella che la vita ha una certa impostazione fissa e che se voglio pensare al futuro devo guardare al passato. Ciò che è stato negativo va cancellato ma quello che v’è stato di positivo deve essere riconosciuto. Senz’altro vi sarà innovazione, ma non si può parlare dal mio punto di vista di totale rottura, perché il nostro passato è la nostra storia. Il cambiamento è necessario, più che altro l’aggiornamento, con l’evolversi della società e delle forze in essa coinvolte; ma come adattamento di se stessi, della propria identità con i nuovi contesti, senza perdere ciò che si è. Queste le “radici” dalle quali partire per crescere bene, per un futuro sano. “

Chiarito questo ecco la seconda domanda, riguardante le liste che la appoggiano. Ben sei, lo schieramento più numeroso di questo turno, e tra esse v’è l’UDC. Ora ci può dire come mai questo partito è passato a vostro sostegno dopo che per tanto tempo lo si era creduto col terzo polo, almeno sino al ritiro dell’Avv. Turrisi?

“Io posso solo rispondere con le informazioni che posseggo: l’UDC si è seduto al tavolo-trattative con più schieramenti e sì, sembrava aver deciso per il Terzo Polo mentre poi ha appoggiato noi; non so bene quale sia stato il punto di disaccordo coi miei avversari ma a mio parere quella definitiva non è stata una scelta sbagliata. Anche in ambito nazionale è oramai sempre più evidente un riavvicinamento dell’UDC al centrodestra, per un futuro, si spera, ricompattamento. Ciò comporterebbe la nascita d’un nuovo unico polo composto da forze derivate da un comune pensiero, da una comune visione della realtà. Non si tratta soltanto di Barcellona, ma di una tendenza generale,infatti anche in altri comuni l’UDC è col centrodestra.”

 

Qual è il suo rapporto con questa città? Voglio dire: spesso Barcellona è giunta alle cronache regionali e nazionali per fatti di grave portata, come inchieste o attentati mafiosi. Cosa significa per lei essere Barcellonese?

“Per me è un onore essere Barcellonese perché se è vero, purtroppo, che vi sono stati episodi spiacevoli nel passato, è altrettanto certo che Barcellona è popolata soprattutto da persone sane, oneste, che lavorano  legalmente sbarcando il lunario in un momento di forte crisi per tutti. Anche quando ho avuto modo di lasciare questa città, dopo la laurea, per motivi di studio soprattutto, non ho mai pensato ad un altro luogo con tanto affetto.”

Però come lei saprà il malcontento si taglia col coltello. Lei stesso ha parlato di crisi e soprattutto i giovani oggi sembrano da un lato voler riscattare una città che non apprezzano, mentre per un altro verso la criticano chiedendo soprattutto a voi candidati di ascoltare le proposte che portano e che  farebbero vedere loro la stessa Barcellona con occhi diversi.

“Sì purtroppo v’è malcontento perché la crisi che ci interessa in campo nazionale, e non solo, sta colpendo pesantemente il nostro tessuto. Ma dal mio punto di vista Barcellona è una città italiana in difficoltà come le altre, una città che si potrà risollevare solo con la collaborazione di tutti noi, giovani e non. Per farlo dovremo cercare di richiamare in loco forze, soprattutto giovanili guarda caso, già andate via e la cui assenza si fa sentire; ma soprattutto sarà mio compito, se eletto, cercare di attirare qui delle potenze commerciali ed industriali capaci di risollevare l’occupazione. In poche parole dobbiamo farci notare per quello che siamo: un contesto dalle potenzialità enormi, con le quali entrare in sintonia per un mutuo soccorso. La giunta uscente ha già avviato questo importante processo: l’apertura del nuovo mercato ortofrutticolo, la prevista inaugurazione di una fiera del vivaismo, e soprattutto il teatro Mandanici porteranno nuove opportunità di sviluppo che daranno nuovamente fiducia a molti.”

Quindi è questo che vede nel futuro di Barcellona? Sviluppo? Ed in quali termini, se può essere ancora più preciso?

“Posso esserlo: secondo me ogni città ha una sua vocazione e quella di Barcellona è commerciale. Che Barcellona sia un punto di scambio importante è palese: ed anche qui bisogna riguardare al passato adattandolo alle nuove politiche economiche. Un passato fatto di Artigianato, Agricoltura e zootecnia.”

Dunque qual è il suo programma a riguardo? Ed in generale cosa farebbe se eletto?

“Sono dell’idea di cercare contatti con altre realtà, vicine e lontane, per una collaborazione economica definita. Penso che il progetto già in corso di ideazione tra l’intera provincia messinese e quella di Reggio Calabria, per la promozione delle nostre attrattive e ricchezze locali, sia un buon punto di partenza. Poi il mio programma è semplice: si basa su pochi ma specifici punti. Il primo è caratterizzato da quattro principi da ricercare per una città ancora migliore di quella che è: legalità, etica, trasparenza e rigore. Il secondo punto è l’auspicio, con tutto l’impegno da parte mia della realizzazione di quelle piattaforme di comunicazione indispensabili a farlo, di una collaborazione partecipata della cittadinanza alla vita politica, alla gestione vera e propria del centro. Il terzo punto riguarda lo sviluppo economico e sociale con l’interessamento di tutte le fasce sociali, a partire dalle più deboli perché lì dove una parte della comunità non è direttamente coinvolta non si ha democrazia e sviluppo. Il quarto ed il quinto punto sono rispettivamente lo Sport e la Cultura. Per lo sport penso che dopo anni come assessore specifico saprei apportare novità interessanti perché già conosco il contesto Barcellonese che si può fregiare di importanti successi. Penso che l’ampliamento del Palazzetto già esistente, la creazione di un palatenda a Manno e la costruzione di una nuova piscina comunale per la quale vi sono già quasi due milioni pronti saranno proprio vitali fonti di sviluppo e svago. La cultura la tengo come quinto punto perché i progetti che la riguardano sono tanti. Dopo la costruzione o ristrutturazione di importanti edifici come il nuovo teatro Mandanici ed il Villino Liberty non si può pensare che ad una loro destinazione culturale. Per il Villino Liberty avevo pensato ad un centro espositivo, una pinacoteca ed una biblioteca più ampia. Per la struttura dei Basiliani invece la creazione al suo interno di una facoltà universitaria. Si è in trattative con l’università di Perugia per un polo distaccato di Restauro e Conservazione dei Beni Storico-artistici. La giunta uscente sta inoltre cercando di convincere l’Università di Messina ad aprire qui un centro di formazione in attività artigianali, le famose arti e mestieri. Non sappiamo se tutto ciò riuscirà ma sarebbe davvero importante per rilanciare quella vocazione artigianale di cui parlavo.”

Insomma concludendo anche lei auspica il ritorno alle forme economiche del primario e secondario esistenti prima degli anni ottanta?

“Penso che sarebbe un buon modo per ripartire. Appunto: “radici nel futuro” come dice il mio slogan.” (CARMEN MERLINO)

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it