Alle 14,00 l`imprenditore edile Carmelo Mazzeo non intende scendere dal grande albero su cui si trova da questa mattina minacciando il suicidio, perchè sommerso dai debiti. Non bastano le parole dei carabinieri ne quelle dei vigili del fuoco intervenuti nella villa sulla Panoramica, tantomeno la presenza del presidente dell’Asam, l’associazione antiracket, Mariano Nicotra, che conosce bene l’imprenditore di Patti, considerato da tutti un lavoratore di grande dignità e professionalità.
“Nelle sedi opportune si discuterà di fatture e pagamenti, ma la nostra preoccupazione è che torni sui sui passi – dichiara Nicotra – e che questo gesto non venga emulato, visto che la crisi sta creando una disperazione diffusa”.
I vigili del fuoco non hanno potuto circondare l’albero con una rete di protezione, perchè è difficile avvicinarsi all’uomo, che minaccia di mettersi il cappio al collo ogni qualvolta qualcuno tenta un approccio.
A seguire la vicenda, dalla sua auto fuori dal cancello della Villa, l’avvocato Carlo La Spina, proprietario della faraonica struttura i cui lavori erano stati affidati alla ditta edile di Carmelo Mazzeo. Lavori ultimati che, secondo quanto riferito da Mazzeo, non sono stati pagati per come richiesto.
Sulla vicenda l’avvocato La Spina ha inviato un comunicato, riferendo la sua versione dei fatti, che pubblichiamo di seguito:
“Oggi 2 maggio 2012 alle h. 8.30, venivo chiamato dai giardinieri i quali mi avvisavano che presso la mia abitazione sita in Messina Vill. Ganzirri Cont. Ingeneri, vi era un uomo, posto su un albero che inveiva contro di loro, affermando che oggi, nella casa non si poteva lavorare. Accorrevo chiamando la polizia e il mio avvocato. Giunto sui luoghi mi rendevo conto che si trattava del sig. Carmelo Mazzeo, alla società del quale, nel 2010 avevo conferito l’appalto per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione di un fabbricato di circa 330 mq. L’appalto era stato conferito per € 400.000,00 più iva, considerato che si trattava di mera esecuzione delle opere da eseguirsi con materiali forniti direttamente da me committente, (quali infissi interni ed esterni, pavimentazioni, rivestimenti, sanitari), e pertanto non a carico dell’impresa, e quindi per un prezzo addirittura superiore ad € 1.000,00/mq. Le opere avrebbero dovuto essere consegnate entro il 1 giugno 2011. All’esito dei lavori, conclusisi, solo nel mese di febbraio 2012 e rimasti per altro parzialmente incompleti, provvedevo a indicare i vizi per l’esecuzione delle opere, e contestavo la richiesta formulata dall’impresa che chiedeva un saldo di € 45.000,00 sul minore importo di € 15.000,00 da me ancora dovuto.
Si dava seguito ad una trattativa transattiva e , tenuto conto dei vizi delle opere, delle eventuali e parziali opere in più, offrivo all’impresa transattivamente la somma di € 20.000,00, che ero pronto a corrispondere in data odierna. Già da oltre un anno, avevo interrotto ogni rapporto con il sig. Carmelo Mazzeo , il quale aveva manifestato molteplici volte comportamenti aggressivi o comunque assolutamente inammissibili al punto da costringermi a non recarmi più in cantiere. Avendo mantenuto un rapporto formale con il fratello Gino Mazzeo, dopo averlo invitato, date le continue pressioni, ad attivare un procedimento di consulenza tecnica preventivo, così da far accertare i vizi e stimare quanto dovuto a saldo per le opere eseguite, ho formulato comunque la suddetta offerta transattiva, proprio al fine di liberarmi dalle continue pressioni alle quali ero sottoposto. Il sig. Mazzeo Carmelo si introduceva, nonostante tutto, in casa mia, e inscenava la suddetta surreale e incresciosa situazione, facendosi trovare sull’albero, e minacciando pubblicamente di buttarsi se io non avessi immediatamente provveduto a corrispondergli la somma di € 50.000,00, peraltro non dovuta, esercitando pubblicamente una ingiusta e incresciosa pressione. A tutela della mia dignità e della mia immagine mi riservo di agire nelle sedi opportune”.