Nel pomeriggio del 2 maggio 2012 la Sala Consiliare del comune di Barcellona P.G. ha visto la presentazione del nuovo strumento contro le mafie non solo italiane ma europee. A parlarne, raccontandone la genesi e spiegandone le funzioni, il parlamentare europeo che mesi fa lo propose e che all’unanimità ne è stata eletta Presidente: Sonia Alfano.
Accanto a lei oltre ai parenti di altre vittime di mafia ci sono stati l’avvocato di famiglia, Fabio Repici, e l’onorevole Giuseppe Lumia. All’Avvocato il compito di aprire la conferenza, potendo così ricordare la lotta degli Alfano contro coloro che uccisero il padre, il giornalista Beppe, cronista della Sicilia, anche collegando le campagne diffamatorie con cui provarono ad intaccarne la memoria con le vicende tristemente simili di Attilio Manca ed Adolfo Parmaliana. Di questi ultimi erano presenti in aula alcuni dei parenti diretti: per l’urologo ucciso a Viterbo il fratello, Gianluca Manca, e per il Professor Parmaliana la vedova.
Se del caso Beppe Alfano ancor oggi non si conoscono tutti i retroscena, anche per le tragedie di queste altre due famiglie vi sarebbe da parlare a lungo; in particolare la famiglia Manca ha aperto un portale nel quale dare l’adesione alla richiesta di riapertura del loro caso, con eventuale accesso persino da Facebook. Ed i Parmaliana lottano ancora per avere giustizia ma soprattutto, come ricordato sia da Repici che da Lumia, contro la vergognosa campagna diffamatoria che si è cercato di farne post-mortem. Perché, punto sul quale Lumia soprattutto ha voluto soffermare l’attenzione, spesso lottare contro la mafia e qualsiasi forma di ingiustizia anche politica, significa in una città dalla forte predisposizione all’omertà ed alla cruda legge della sopravvivenza sociale, incorrere in insulti e dicerie, giungendo alle accuse più terribili per persone che, sconvolte, giungono a denunciare i propri carnefici sociali togliendosi quella vita cui questi ultimi hanno tolto dignità.
“E’ per questo che sorge questo nuovo strumento di lotta contro tutte le mafie” dice in sintesi Sonia Alfano “per ascoltare le voci di chi ha il coraggio di denunciare e spesso rimane inascoltato da un sistema corrotto.”
Infatti del contesto barcellonese si è ricordato, da parte di tutti e tre i relatori, la forte presenza mafiosa e la relativa contaminazione delle strutture amministrative, giudiziarie ed investigative. Con l’accento su quelle che la parlamentare europea ha soprannominato le “Tre C”: il Procuratore della Repubblica Antonio Franco Cassata, il magistrato Olindo Canali, ed il pregiudicato Rosario Cattafi, indicato da alcuni inquirenti come il capo dei capi barcellonese.
Una conferenza di denuncia dunque, ma finalizzata all’introduzione del nuovo servizio contro la mafia italiana tutta (comprese l’Ndrangheta, la Sacra Corona Unita e la Camorra) e quelle presenti sull’intero tessuto europeo perché il resto dell’Unione, dopo aver creduto per anni d’esserne immune, ha recentemente scoperto di avere già in seno cellule di cova che, se non eliminate sul nascere, renderanno malato un sistema in cui ancora “vige la meritocrazia”, un valore che con le mafie scompare.
Ecco dunque la dichiarazione di guerra alle mafie orientali e sudamericane colonizzatrici del vecchio mondo così come alle criminalità balcaniche che, questa la denuncia più forte, sono ancora più portate alle infiltrazioni negli apparati che dovrebbero combatterle.
I tempi tecnici del Parlamento Europeo non sono lenti come quelli Italiani e ciò è già, dice sempre Sonia Alfano, un punto a favore per tutti i Barcellonesi, Messinesi, Siciliani ed in generale Europei, onesti.
Si potrà denunciare anche rivolgendosi ai contatti di questo primo Presidente perché la Alfano utilizza con frequenza i media per portare a conoscenza di tutti i propri interventi in commissione e le iniziative che la coinvolgono.
Così, concludendo con le parole di apertura pronunciate dall’Avv. Repici, da un contesto di mafia che si è reso notissimo alle cronache con vergogna o imbarazzo, nasce oggi, attraverso la figlia stessa di una delle sue vittime, un forte mezzo di denuncia e lotta simile, diceva il poeta, al fiore che nasce da quello stesso fango che prima sembrava aver ucciso anche l‘ultimo filo d‘erba. (CARMEN MERLINO)