Hanno un’età compresa tra i 15 e i 30 anni, sono spesso precari di lungo corso o disoccupati “per mestiere”, sfiduciati e senza alcuna certezza per il futuro. Sono i nostri giovani. Circa 5 milioni di “scoraggiati”, piegati dalla crisi e assuefatti al tirare a campare. Vittime inconsapevoli della degenerazione dei contratti flessibili (time, contratti a termine, lavoro interinale, lavoro parasubordinato) e schiavi di forme contrattuali atipiche, quando non illegali.
E a loro che quest’anno la Camera Sindacale Provinciale di Messina, proprio in occasione della festa dei lavoratori, vuole dedicare una profonda riflessione.
“Secondo l’ultimo Rapporto UIL sulle comunicazioni obbligatorie – spiega Costantino Amato, segretario generale della CSP UIL Messina – che fotografa il movimento dell’occupazione, attraverso l’analisi e la rielaborazione dei dati forniti dal Ministero del Lavoro sulle “comunicazioni obbligatorie” (procedura che tutte le aziende devono fare nel momento in cui avviano una persona al lavoro o al momento della cessazione di un rapporto) nel nostro Paese 3 contratti su 4 sono precari. Su 27.432.356 rapporti di lavoro avviati nel biennio compreso tra il 2008 e il 2010, infatti, il 73,4% ha riguardato contratti “deboli” (tempo determinato, collaborazioni, ecc). E sono proprio questi che nello stesso biennio hanno fatto registrare il numero più alto di cessazioni di rapporti di lavoro, circa il 72 %. Nel solo biennio 2008-2010 il 64,4% dei contratti a tempo determinato sono stati sciolti, contro il 28% di quelli cessati tra tempo indeterminato e apprendistato. E nel solo Mezzogiorno l’incidenza delle cessazioni è stata pari al 38,1%. A questo dato vanno aggiunti quelli forniti dall’ISTAT che delineano un quadro in cui il tasso di disoccupazione giovanile coinvolge al Sud quasi 40 ragazzi su 100 e trova causa in special modo nella temporaneità dei rapporti di lavoro che, come fotografano i dati relativi al IV trimestre 2011, continua ad aumentare (+3,7 per cento rispetto al IV trimestre 2010) e nella crescita delle collaborazioni (+9,8 per cento). Dati emblematici che, come sindacato, ci spingono ad una necessaria riflessione, non solo sulla quantità di occupazione, ma sulla qualità stessa dell’occupazione che il sistema oggi offre ai nostri giovani. Una occupazione flessibile e precaria alle cui degenerazioni va posto un freno. Non è possibile ad esempio pensare che forme contrattuali atipiche, come collaborazioni a progetto, tirocini e stage, siano utilizzate molto più spesso e molto più volentieri rispetto a forme contrattuali flessibili ma maggiormente virtuose e che maggiormente tutelano il lavoratore, come apprendistato e somministrazione.”
“Ciò fa sì– prosegue il segretario generale della UIL – che gli unici sbocchi per i nostri ragazzi siano il lavoro precario e il lavoro nero. Con il risultato inevitabile che molti giovani rinunciano persino a cercalo un lavoro, andando a rinforzare le file dei cosiddetti “scoraggiati”. Ecco perché è necessario produrre riforme che diano nuovo slancio all’economia e alle speranze di migliaia di giovani. Bisogna valorizzare le professionalità ed il merito e puntare sulla formazione allo scopo di realizzare una maggiore integrazione tra sistema educativo e formativo, servizi per l’occupazione e istituzioni del mondo del lavoro.”
“Come sindacato noi faremo la nostra parte, promuovendo anche a Messina, in collaborazione con la UIM (Unione Italiani nel Mondo) la possibilità di partecipare, a costi piuttosto contenuti a corsi di lingue, tirocini e stage presso Pasesi Esteri, Spagna e Gran Bretagna in testa, al fine di fornire maggiori opportunità ai nostri ragazzi. Chiunque sia interessato potra rivolgersi allo sportello della RETE TURISMO SOCIALE UIL, presso la sede della Camera Sindacale Provinciale di Minissale.