CASO GAMMERI: “GIUDIZIO SOSPESO” DEL MINISTRO PROFUMO, LA SIRAGUSA “DELUSA MA NON MI FERMO”

 

Una risposta “deludente” secondo la deputata Alessandra Siragusa (PD) che il 19 marzo scorso aveva portato in Parlamento il caso della Preside del Bisazza Anna Maria Gammeri, con una interrogazione al Ministro della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca, chiedendo quali interventi intendeva prendere nei confronti della dirigente scolastica condannata in primo grado per truffa aggravata e rimasta in servizio.

La risposta in Commissione Parlamentare, non convince l’Osservatorio “Lucia Natoli” per i diritti all’Infanzia che promette di contestare la soluzione “attendista” espressa dal Ministro Francesco Profumo a cui la Parlamentare del Pd aveva chiesto se fosse “al corrente di tale vicenda e se non ritenesse, nell’interesse pubblico e per la serenità dell’istituto scolastico di cui sopra, di dover intervenire con urgenza per il ripristino della legalità”. 

Ecco il testo della risposta fornita dal Governo nella seduta del 24 aprile scorso:

L’Onorevole interrogante, richiamando un articolo del Corriere della sera del 14 febbraio 2012 relativo a un procedimento penale instaurato nei confronti della dirigente scolastica dell’istituto « Bisazza » di Messina e del collaboratore scolastico in servizio presso la stessa scuola, chiede se il Ministro sia a conoscenza della vicenda e quali interventi intenda intraprendere. A proposito si osserva che la questione è stata attentamente seguita dall’Ufficio scolastico per la Sicilia il cui Direttore regionale, interpellato in merito, ha illustrato

l’evoluzione dei fatti e le determinazioni assunte. Come riportato dall’organo di stampa, il procedimento penale di primo grado per il reato di truffa aggravata si è chiuso con sentenza di condanna alla pena di mesi

dieci di reclusione ed euro 400 di multa per la dirigente scolastica e di mesi sette ed euro 300 di multa per il collaboratore mentre per il reato di falso ideologico entrambi gli imputati sono stati assolti. Venuto a conoscenza dei fatti, il Dirigente pro-tempore dell’allora Centro servizi amministrativi di Messina ha attivato

il procedimento disciplinare nei confronti del collaboratore scolastico. Ai sensi dell’articolo 96 del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola, una volta intervenuto il rinvio a giudizio il procedimento è stato sospeso e risulta tuttora pendente, attesa la non definitività della sentenza di condanna (la pronuncia di primo grado è stata appellata da entrambi gli imputati). Per quanto riguarda la dirigente scolastica, il procedimento disciplinare è stato attivato ai sensi degli articoli 13 e seguenti del relativo contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto il 15 luglio 2010, una volta acquisita la sentenza di condanna in primo grado. In particolare, il 18 gennaio 2012 è stata formulata la rituale contestazione di addebito e il successivo 6 marzo ha avuto luogo l’audizione dell’interessata. Ai sensi dell’articolo 55-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001 tale procedimento è stato successivamente sospeso in attesa della sentenza definitiva. Con riferimento infine alle presunte ritorsioni che la dirigente scolastica avrebbe messo in atto nei confronti del personale che aveva testimoniato nel corso del procedimento penale, la Direzione scolastica regionale, ricevuto l’esposto dell’associazione sindacale « GILDA », ha disposto un’indagine ispettiva dalla quale non sono emerse difficoltà tali da compromettere il normale andamento delle attività all’interno dell’istituto scolastico. L’Ufficio medesimo ha infine precisato che delle dieci unità di personale chiamate a testimoniare nel procedimento penale risultano essere state trasferite, nel corso degli anni successivi allo svolgimento dei fatti, solo quattro di esse: il direttore dei servizi generali e amministrativi, due docenti e un collaboratore scolastico.

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