É durato circa mezz’ora l’incontro palermitano tra l’assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi e la delegazione sindacati/lavoratori sulla doppia vicenda della Fiera di Messina: il ritardo giunto ormai a 4 mesi nel pagamento degli stipendi al personale, e il destino dell’Ente.
L’assessore non ha dato indicazioni certe sul futuro della Fiera, che appare comunque nebuloso, ma per il personale – 13 unità in tutto- ha indicato come eventuale soluzione il riassorbimento presso altro ente con una procedura analoga a quella già seguita per i lavoratori della Fiera di Palermo.
Anche sul versante degli stipendi nessuna soluzione a breve. L’ipotesi emersa la Tavolo non contempla soluzioni immediate ma la possibilità di inserire un emendamento nella prossima Manovra di assestamento di maggio che impegni le somme necessarie a coprire i quattro stipendi e la tredicesima ad oggi in sospeso. Diversamente occorrerebbe attendere le scadenze di settembre.
Maggiore chiarezza invece sulla nomina urgente d’un Commissario – entro la prossima settimana secondo Venturi- per portare avanti i progetti già avviati, dalla Campionaria agli altri eventi già in programmazione.
Forti le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali sia per quanto riguarda il pagamento degli arretrati – aggravate dall’incertezza del futuro del governo regionale-, e per il destino della Fiera.“Chiediamo che l’Ente Fiera di Messina prosegua la sua attività sia per garantire il futuro occupazionale del personale sia come volano di sviluppo e d’immagine per Messina. Ed esprimiamo profonda preoccupazione rispetto alla possibilità che i lavoratori possano ricevere le spettanze arretrate nel breve periodo- osservano i dirigenti di Filcams CGIL, Fisascat CISL, Uiltucs UIL e UGL presenti all’incontro-. Torniamo ancora una volta a sollecitare un intervento forte e chiaro della deputazione messinese in difesa del lavoro e dei pochi beni rimasti alla nostra città”.
Assente alla riunione l’ex commissario Fabio D’Amore che la scorsa settimana aveva difeso il suo operato, lanciando gravi accuse sulle ostilità politiche che avrebbero messo in crisi il futuro dell’Ente.