TIRONE: I VERDI SCOPRONO GLI “ALTARINI”

 

“Il Tirone, antico quartiere, al centro della Città di Messina, è terra di “nessuno”, o meglio, di tutti”. Lo ribadisce Raffaella Spadaro, dei Verdi di Messina, che hanno denunciato lo stato di abbandono di un luogo dove ancora “r-esistono” testimonianze di un passato che tutti dicono di voler recuperare, ma che nei fatti è “terra di nessuno”.

Le immagini mostrano la “scoperta” di un  luogo che certamente è servito alla preghiera, e non sappiamo adesso se sia stato usato per altri scopi. Resta l’amara visione di un altare , di un reliquiario, sepolti dall’incuria.

“ STU, Belle Arti, Ebrei, Cattolici, ed illustrissimi senza tetto nè patria, convivono alla luce del sole in uno dei luoghi più belli della Sicilia. Un luogo che trasuda storia. Dove anche le pietre cantano al cielo inni sacri ed antiche melodie – racconta la Spadaro, che prosegue nella descrizione del “blitz” organizzato con alcuni compagni ambientalisti –  Entriamo, guidati da un giovane Verde dagli occhi azzurri, il nostro fotografo è Ebreo, io sono Cristiana, la Terra…come dicevo, è di Nessuno.

Le scale sono incorniciate dal verde spontaneo delle erbette selvagge, ciò che l’ uomo riveste di incuria, la natura decora d’ amore. Qui e là i piedi calpestano pietra lavica, l’antica pavimentazione della città che la collega con la madre Terra.

Una giovane donna ci consegna le chiavi di un luogo sconosciuto ai più, le immagini illustreranno ciò che le parole mai potranno trasmettere”.

“Qualunque religione, qualunque rituale si sia mai svolto all’ interno di quei luoghi – ha detto la leader dei Verdi – a noi poco interessa, desideriamo solo che questi luoghi vedano la luce. Uscendo da telefoniamo all’ Assessore Caroniti, che si interessa subito alla vicenda per la quale ci siamo spinti nell’ antico quartiere : un gruppetto di uomini ha occupato il palazzo fatiscente dal quale sono state fatte sgomberare alcune famiglie ed ha turbato gli equilibri, già abbondantemente precari delle persone che vivono lì, da anni, in attesa di essere assegnatari di case popolari”.

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