Il convegno di studio sul dissesto idrogeologico del territorio messinese che si è svolto questa mattina nel Tempio di CRISTO RE, proposto dall’associazione di volontariato e protezione civile “Mari e Monti 2004 ONLUS” con la fattiva collaborazione del Centro studi “Pace e libertà”, ha affrontato diversi aspetti della questione della messa in sicurezza del territorio con uno sguardo ai programmi per specifiche linee di intervento.
Il convegno, moderato dal dott. Orazio Costa, organizzato con il concorso dell’Assemblea regionale siciliana e con il patrocinio del Dipartimento regionale di Protezione civile, del Comune di Messina, della Provincia regionale, del CESV e dell’Ordine degli Architetti, ha fornito un contributo alla questione della messa in sicurezza del territorio.
In apertura dei lavori, il presidente del Centro Studi “Pace e libertà”, Tommaso Barone, ha sottolineato come il convegno odierno sia stato voluto per un contributo costruttivo alla problematica.
Importanti gli interventi sul piano tecnico con la presenza del professore Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del Dipartimento pianificazione del territorio all’Università Federico II di Napoli.
Il professore Ortolani, che si è occupato di eventi alluvionali con pubblicazioni e studi specifici, accogliendo l’invito degli organizzatori del convegno per affrontare la problematica della provincia di Messina ha evidenziato la necessità di migliorare i piani di protezione ambientale e dei cittadini attraverso l’attuazione di un concreto sistema di prevenzione. E’ stato evidenziato come è possibile mettere a punto semplici ed efficaci piani di protezione civile locale con l’attivazione di un Sistema di allarme idrogeologico immediato attraverso pluviometri e moderni sensori meteo. Un sistema da attivare all’interno di un coordinamento integrato di protezione civile.
Nel corso del convegno che ha visto la partecipazione di rappresentanti degli ordini, esperti e volontari, è stato inoltre evidenziato come appare necessario un maggior coinvolgimento della popolazione nel piano di protezione civile perché lo stesso diventi uno strumento operativo.
Nel suo intervento, il presidente dell’associazione di volontariato e protezione civile “Mari e Monti”, Massimo Minutoli, ha infatti sottolineato come “l’esposizione del prof. Ortolani ha dato modo di approfondire l’importanza delle attività di prevenzione da attuare per la mitigazione del rischio da dissesto idrogeologico. Bisogna attuare tutti i correttivi necessari a colmare le lacune presenti – ha evidenziato Minutoli –. Appare necessaria l’unificazione degli enti in un UNICO UFFICIO DI PIANIFICAZIONE COMPOSTO DA TUTTI I RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI INTERESSATI AL PROBLEMA”. “Questa proposta – ha aggiunto Minutoli –, peraltro oggetto di attenzione di alcuni organi politici che hanno avanzato specifica richiesta agli uffici competenti, potrebbe essere presa in considerazione da subito attraverso una conferenza tra i vari uffici”. Nel suo intervento, il presidente dell’associazione in relazione ai piani di protezione civile ha appunto evidenziato come “va valorizzato il lavoro svolto dal dipartimento comunale, nonostante le ristrettezze economiche dell’ente ma molte cose andrebbero riviste per avere maggiore incisività sulla cittadinanza. Ad esempio – ha fatto presente Minutoli -, a nostro avviso è stato utile avere predisposto tutta la segnaletica relativa al piano di emergenza della città ma molti cittadini sconoscono totalmente il loro significato. Ecco l’importanza dell’informazione attraverso incontri con la società civile, le comunità religiose, le associazioni di semplici cittadini che si occupano di attività diverse della protezione civile e gli enti pubblici. Non è più tempo di demandare nulla e solo con un lavoro di gruppo si potranno risolvere i vari problemi, superando le competenze e le responsabilità”.
Tra i contributi di oggi anche quelli arrivati direttamente dai componenti del Gruppo di lavoro dell’Associazione “Mari e Monti” che si sono soffermati sulla gestione dei rischi territoriali, prendendo ad esempio il territorio della terza circoscrizione e proponendo di predisporre specifici piani d’ambito all’interno delle realtà circoscrizionali oltre che di promuovere un’attività di formazione ed informazione.