E’ iniziato il ventinovesimo campo internazionale per lo studio e la protezione dei rapaci e delle cicogne in migrazione sullo Stretto di Messina, sugli splendidi monti Peloritani in Sicilia, dove i volontari provenienti da tutta Europa attendono i migratori, sorvegliandone il volo.
Nei primi dieci giorni di campo sono stati già censiti oltre 2.200 rapaci, appartenenti a ben 21 specie diverse, alcune delle quali molto rare e minacciate.
Un tempo questi stessi monti erano teatro inconsapevole di una strage annunciata: migliaia di bracconieri attendevano i migratori negli appostamenti fissi in cemento, o sulle case, per farne inutili trofei.
Grazie allo sforzo congiunto delle associazioni ambientaliste e delle forze dell’ordine, la strage illegale (si uccidevano specie protette, in periodo di caccia chiusa, da appostamenti fissi vietati dalla legge) in Sicilia è quasi del tutto debellata.
Rimangono pochissimi irriducibili che, afferma Anna Giordano “cercheremo di assicurare alla giustizia”.
Voli spettacolari di Albanella pallida, uno dei rapaci più minacciati al mondo, si susseguono a quelli del più comune Falco di palude, Falco della regina, del Nibbio bruno, delle Poiane, mentre i Grillai, altro rapace fortemente minacciato a livello globale, sfreccia veloce spesso insieme ai Gheppi, specie molto simile ma più comune. Anche un’Aquila anatraia minore è stata vista migrare con venti forti di maestrale, mentre un’Aquila reale del terzo anno, oltre a farsi ammirare in tutto il suo splendore, si è anche posata su una collina di fronte ai volontari del campo che, ricordiamo, è promosso da MAN, WWF e NABU.
“La migrazione ha un fascino speciale, magnetico” dichiara Deborah Ricciardi, presidente della MAN “e mai potremmo rinunciare ad immergerci nei suoi ritmi, apprezzarla, conoscerla, studiarla, ma soprattutto salvarla da vecchi e nuovi pericoli”. Se è stato debellato quasi del tutto il bracconaggio ai rapaci, rimane forte il rischio di nuovi e più silenziosi pericoli e tra questi, il ponte sullo Stretto di Messina.
“Spesso volano con grande difficoltà, sbattuti dal vento impetuoso, molto frequente in primavera” aggiunge Anna Giordano del WWF “ e non sempre possono evitare di collidere con gli ostacoli aerei quale sarebbe l’inutile e devastante ponte”. Lo Stretto di Messina si è rivelato essere la rotta migratoria più importante al mondo in primavera, per ben tre specie, due delle quali a rischio a livello globale (Albanella pallida e Grillaio).
Christoph Hein, della NABU, sottolinea come i dati raccolti sullo Stretto di Messina siano estremamente importanti, “ è uno dei pochi siti europei dove la migrazione viene monitorata da un tempo estremamente lungo, che consente di conoscere gli andamenti delle popolazioni in migrazione”. Inoltre, sottolinea, “ i migratori che passano sullo Stretto di Messina si dirigono poi in tutta l’Europa, anche nei paesi dell’est, nelle lontane steppe dell’ex Unione Sovietica, come accade per l’Albanella pallida, e sono patrimonio di tutta l’Europa”. Doveroso quindi, tutelarne il volo lungo questa rotta estremamente vulnerabile, soggetta anche a devastanti distruzioni di habitat.
Dalla fine di aprile si attende il grosso passaggio della specie più comune, il Falco pecchiaiolo (nella foto): anche 9000 individui in un giorno, come accaduto il 5 maggio del 2000 e il 6 maggio del 2011. Tutto dipenderà dal vento, dal tempo, sono questi i fattori principali che stabiliscono numeri e rotte seguite, ora dopo ora dagli oltre 40mila rapaci che vengono censiti sullo Stretto di Messina.
Il campo proseguirà fino al 20 di maggio. E’ gratuito e si può partecipare contattando gli organizzatori attraverso il sito www.migrazione.it