Un codice etico per gli amministratori locali, in nome dei principi di trasparenza e legalità. Un documento “nuovo” scritto da chi opera nella pubblica amministrazione (voluto da Avviso Pubblico, associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati) a tutela del loro agire politico e a garanzia dei cittadini: questo è la “Carta di Pisa”.
Questa mattina il locale presidio di Libera, intitolato alla testimone di giustizia Rita Atria, ha proposto all’amministrazione comunale di Milazzo di aderire formalmente a tale codice.Alla conferenza stampa, tenutasi all’interno dell’aula consiliare di Palazzo delle Aquile, erano presenti il sindaco Carmelo Pino e alcuni rappresentanti della Giunta e del Consiglio Comunale.
I referenti del presidio hanno presentato le linee generali del documento, sottolineandone i passaggi più salienti. La Carta chiede una presa di responsabilità chiara su alcuni nodi problematici che rischiano di inficiare la credibilità di una amministrazione e generano, se perpetrati, pesanti storture all’interno del sistema gestionale di un Ente. Viene chiesto un impegno serio e formale su temi come il clientelismo, il conflitto di interessi, il cumulo delle cariche, le pressioni indebite, la trasparenza, i rapporti con la stampa, i cittadini e la giustizia.
L’unico assessore presente al dibattitto, Massimo D’Amore, ha sottolineato come lo stesso rigore che viene richiesto ai politici dovrebbe essere preteso da funzionari e burocrati che spesso costituiscono “il vero cancro” delle pubbliche amministrazioni.
Lo stesso si è comunque detto disponibile ad accogliere il contenuto della Carta.
Interventi anche da parte dei consiglieri Messina e Scicolone, anch’essi favorevoli ad impegnarsi al rispetto delle norme del codice.
La “palla” passa ora all’amministrazione che dovrà scegliere se e come aderire al documento, rendendo pubblica la decisione. La Carta, infatti, prevede la possibilità di condividerne il testo secondo differenti modalità, o tramite atto del sindaco, o tramite delibera (di Giunta o di Consiglio) oppure, il documento può essere pubblicamente sottoscritto dai singoli amministratori.
Se il Comune di Milazzo aderisse alla Carta di Pisa, si tratterebbe del secondo comune siciliano, dopo Vittoria (RG).