L’iniziativa è stata promossa dal Centro Multiculturale Officina per dare ai cittadini la possibilità di riscoprire un volto dimenticato della città. Si tratta di dare un tocco di arte anche la dove sembra impossibile poterne trovare, proprio come ci ha insegnato Giovanni Cammarata, messinese classe 1914. Nel 1947 tornato dalla guerra, si trasferì con la moglie a Maregrosso in una baracca che trasformò in un palazzo fantastico, da lui personalmente decorato con estro e maestria: mosaici di pietre e frammenti di bottiglie, sculture e bassorilievi di cemento dipinto, fantasiosi assemblaggi di prodotti seriali combinati senza soluzione di continuità, rimescolando e riciclando incessantemente modelli, immagini, reperti, materiali.
L’appuntamento davanti la casa del Cavaliere Cammarata, via Maregrosso n.20, poi breve passeggiata urbana tra incantesimi modernisti andati a male e vuoti assordanti. Al Centro Multiculturale Officina finisce la tappa e comincia il viaggio: l’antropologo Gabriele Mina presenta il suo libro Costruttori di Babele e ci farà vivere la sua strana rotta in Italia tra architetture fantastiche e universi irregolari, con parole, ricordi e documenti visivi. Anche se non lo sapeva, il Cavaliere Cammarata non era solo.
Infine, prima della premiazione dell’ “Estemporanea ZONA CAMMARATA” svoltasi qualche giorno fa, la proiezione di un video dell’associazione Machine Works, un documentario sociale su Maregrosso e non solo. Poi solo musica e opere d’arte.