CARCERE DI GAZZI: IN AGITAZIONE LA POLIZIA PENITENZIARIA

 

Le Segreterie Sindacali di Sappe, Uil, Cisl e Cgil proclamano lo stato d’agitazione per l’esasperante situazione che vive ormai da anni il personale della Casa Circondariale di Messina a causa della notevole carenza di personale che secondo le stime, in funzione della pianta organica fissata con Decreto nel 2001, è di 77 unità. Unità mai integrate e che, comunque, non sarebbero più sufficienti a causa dell’evoluzioni del sistema penitenziario messinese negli ultimi dieci anni. Il disagio in funzione del sovraffollamento di detenuti si è ulteriormente aggravato a causa di provvedimenti unilaterali adottati dall’Amministrazione Penitenziaria, avvallati dal Provveditorato Regionale di Palermo, che vedono i poliziotti penitenziari aumentato il carico di lavoro dovendosi occupare, senza un adeguato incremento di almeno 20 unità. Succede anche se presso la sezione femminile in mancanza di unità preposte prestano servizio agenti di sesso maschile, lo stesso dicasi nel servizio di piantonamento per detenute. Molti posti di servizio sono sguarniti o sotto la responsabilità di una sola unità. In compenso, l’Amministrazione Penitenziaria promuove procedimenti disciplinari nei confronti di mal capitati poliziotti rei per non avere adempiuto in modo puntuale ai propri compiti. Le Segreterie Sindacali comunicano che saranno messi in campo ogni forma di protesta volte a sensibilizzare non solo l’opinione pubblica ma anche e soprattutto gli Organi Istituzionali ai vari livelli.

Intanto  il 25 aprile, (Giorno della Liberazione) il partito radicale ha promosso la “Seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la legalità”, con l’obiettivo di chiedere al Parlamento un impegno concreto per far fronte alle drammatiche condizioni in cui versano la giustizia e le carceri nel nostro Paese. Non si tratta solo della condizione delle carceri, nelle quali 67.000 detenuti sono ammassati in celle che potrebbero ospitarne al massimo 45.000, ma della vita di milioni di cittadini italiani e delle loro famiglie, che sono parti in causa negli attuali oltre 10 milioni di procedimenti penali e civili pendenti nei nostri tribunali, molti dei quali destinati a risolversi dopo troppi anni se non anche vedere i reati imputati cadere in prescrizione.

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