D’estate è la meta più gettonata tra le spiagge messinesi: Capo Peloro resta il fiore all’occhiello dell’area dello Stretto. Eppure rischia di trasformarsi in una pattumiera: alle strutture di “archeologia industriale”, come l’area ex seaflight, si sono aggiunte le piattaforme di cemento e i manufatti utilizzati dai concessionari deli lidi, che, alla fine della stagione, restano abbandonati sull’arenile.
Un degrado a cui si cercherà di porre fine, come concordato dopo un sopralluogo effettuato martedì mattina (27 marzo)dall’assessore alle politiche del mare, Pippo Isgrò, interpellato dai rappresentanti della VI Municipalità, con il presidente Enrico Ferrara, della Riserva di Capo Peloro, della Capitaneria di Porto e della Polizia Municipale.
L’impegno sarà non solo quello di rimuovere le piattaforme in cemento presenti sull’arenile e le strutture utilizzate dai concessionari dei lidi rimaste abbandonate sulla spiaggi, ma soprattutto di chiudere l’accesso alle aree demaniali con dei varchi costituiti da muretti in cemento.
Per quanto concerne l’intervento della Provincia, si è concordata la pulizia di tutta l’area di riserva e la scerbatura delle parti erbose. L’ufficio locale marittimo di Torre Faro, una volta completati i lavori, vigilerà sulla manutenzione.