Dal centro di aggregazione alla ricerca: gli anziani di casa Pia a cui è stata chiusa la porta, rientrano da un portone: quello del Centro Bonino-Pulejo, che nei locali dell’ex-Ipab porterà avanti il progetto “Alzheimer e Livelli Essenziali di Assistenza”, cofinanziato dall’INPDAP (durata un anno).
Per gli anziani “sfrattati” lo scorso dicembre, per la mancanza dei fondi necessari al mantenimento della struttura, dopo lo spostamento della sede del Centro per l’impiego in Via La Farina, ci sarà l’opportunità di tornare nei locali di proprietà dell’ente regionale in parte concessi in comodato d’uso all’Istituto Neurolesi che ieri ha siglato la convenzione con l’Opera Pia.
Al tavolo per la firma del protocollo d’intesa per l’Opera Pia il presidente Paolo Andronaco, il segretario Giovanni Di Leo, i componenti del consiglio di amministrazione, prof.ssa Lucrezia Lorenzini e la dottoressa Titty Rizzo, mentre per l’Istituto Neurolesi il direttore Generale Vincenzo Barone, il direttore scientifico Aldo Bramanti e uno dei ricercatori del Centro Fabrizio Denaro.
L’IRCSS, così come previsto da convenzione, si farà carico dei costi delle utenze e di eventuali interventi di manutenzione. In settimana i responsabili medico-scientifici del progetto si confronteranno con i componenti del consiglio di amministrazione dell’ex-Ipab per concordare il programma di attività e di approccio agli anziani che verranno assistiti dal personale qualificato del Centro Neurolesi che, quotidianamente, ne verificherà le condizioni. Insomma, una “ricreazione” assistita, che se permetterà agli anziani di tornare nei locali prima adibiti ad Ufficio di Collocamento (trasferito in via La Farina), di cui era il Comune a farsi carico, non può che far riflettere sul fatto che resta in parte chiusa la struttura che ospitava l’Enaip, l’ente di formazione sfrattato per morosità.
