Preziosi resti della Messina “normanna”, che potrebbero essere restituiti alla collettività attraverso un piano di riqualificazione e fruibilità del sito. Ne hanno parlato a Palazzo Zanca l’assessore ai lavori pubblici ed allo sviluppo economico, Gianfranco Scoglio, la dottoressa Gabriella Tigano, responsabile della Unità operativa 10, beni archeologici della Soprintendenza e il dirigente del dipartimento urbanizzazioni primarie e secondarie del Comune, ing. Antonio Amato, in un incontro per definire tutte le possibili sinergie istituzionali e gli interventi da realizzare nell’area archeologica di Largo S. Giacomo.
A largo S. Giacomo, dodici anni fa fu aperto un cantiere di scavo che ha permesso una parziale lettura dell’antica chiesa di S. Giacomo, il cui impianto originario è databile in un periodo compreso tra la dominazione normanna della città e il successivo periodo svevo (seconda metà XI – prima metà XII secolo). Si tratta dunque di una delle rare testimonianze della Messina normanna, forse contemporanea alla costruzione della Cattedrale normanna (l’antica chiesa di S. Maria La Nuova, distrutta dai terremoti). E’ stata messa in luce una parte del perimetro murario, e sono stati inoltre rintracciati resti di sei pavimenti della chiesa antica, tutti in mattonelle di cotto di diversa forma e dimensioni.