Nessun pericolo per l’ambiente. Lo conferma il nucleo sommozzatori della guardia Costiera che tra ieri sera e stamattina ha verificato lo stato dello scafo della nave cargo HC RUBINA, incagliata a pochi metri dalla spiaggia antistante la Torre saracena di Ganzirri. A coordinare le operazioni il Comandante Samiani dell’autorità marittima dello Stretto, con la collaborazione del comandante Latella della Guardia Costiera, che sta definendo, con i rappresentanti della società armatrice di Antigua, quando e come trasferire il grosso cargo al Porto di Messina.
Due le inchieste aperte sull’avaria che ha portato la HC RUBINA a finire la sua rotta sulla spiaggia di Via Marina: una aperta dalla procura, l’altra dall’autorità marittima che ha già interrogato il comandante e l’equipaggio, diretti verso Marina di Carrara. Sedici persone in tutto, di nazionalità ucraina, russa, lituana e filippina. Riserbo sul nome del comandante, quarantenne, che non ha mai lasciato la nave e di cui si conosce la nazionalità ucraina. L’uomo, che parla inglese, ha ricostruito i momenti dell’avaria, su cui però vige il segreto istruttorio.
Sul fronte delle ipotesi si sta verificando se si sia trattato di un guasto meccanico, come un’avaria al timone, o di uno sbaglio riconducibile ad errore umano.
Sembra plausibile che essendo la nave senza carico, e quindi non obbligata a manovrare con l’aiuto del pilota dello Stretto, il comandante abbia sottovalutato le difficoltà del passaggio nel tratto di mare, caratterizzato da fondali frastagliati e irregolari e dalle forti correnti.