DISINCAGLIATA LA HC RUBINA: SALUTATA DA UN FRAGOROSO APPLAUSO, RESTERA’ ORMEGGIATA NEL MOLO DEI CANTIERI PALUMBO (FOTO E VIDEO)

 

Una folla di curiosi col fiato sospeso ha seguito le operazioni di disincagliamento della HC Rubina, che sono iniziate intorno  alle 16,30 e si sono concluse in meno di un’ora. La nave cargo battente bandiera antiguana, per cause ancora in corso di accertamento, ha finito la sua rotta sulle spiagge di Ganzirri nella serata di sabato 17 marzo, intorno alle 22,10.

Le operazioni, coordinate dal Comandante Samiani  dell’autorità marittima dello Stretto, con la collaborazione del comandante Latella della Guardia Costiera, si sono avvalse di due rimorchiatori, il “MACISTONE” e il “GRIFONE” che dopo alcuni tentativi hanno liberato la grossa nave cargo dagli scogli su cui si era incagliata, a pochi metri dalla spiaggia e dalle abitazioni del borgo marinaro di Ganzirri.

Fortunatamente nessun danno è stato subito dallo scafo, non si sono registrati feriti ed è stato escluso il pericolo di inquinamento per la fuoriuscita di gasolio, dal momento che il nucleo sommozzatori della Guardia Costiera ha verificato le condizioni dello scafo della nave, letteralmente incastra sul fondale irregolare che in paese chiamano “marmorini” e che è ciò che rimane dell’antica strada romana denominata Consolare Pompea.

La HC Rubina resterà nel porto, ormeggiata vicino al molo dei cantieri Palumbo in attesa che si chiudano le indagini in corso. Due le inchieste aperte sull’avaria: una avviata dalla procura, l’altra dall’autorità marittima che ha già interrogato il comandante e l’equipaggio, che facevano rotta verso Marina di Carrara, nella costa apuana.  Sedici persone in tutto, di nazionalità ucraina, russa, lituana e filippina, che si sono subito mostrati collaborativi con l’autorità giudiziaria e marittima.  Riserbo sul nome del comandante,  quarantenne,  che non ha mai lasciato la nave e di cui si conosce la nazionalità ucraina. L’uomo, che parla inglese, ha ricostruito i momenti dell’avaria, su cui però vige il segreto istruttorio.

Sul fronte delle ipotesi si sta verificando se si sia trattato di un guasto meccanico, come un’avaria al timone,  o di uno sbaglio riconducibile ad errore umano. Sarà la verifica di quanto registrato dal sistema VGR, una sorta di “scatola nera”, a chiarire i momenti precedenti l’avaria e le eventuali cause.

Intanto c’è chi si chiede a quanto ammontano le spese e chi le sosterrà. I rimorchiatori, infatti, sono di una ditta privata che, non considerando l’operazione come un “salvataggio”, ha operato in accordo con la società armatrice, che pagherà tutte le spese.

Resta da sottolineare il clima di festa inattesa che ha portato oltre tre mila persone a godere della giornata di sole e delle straordinarie immagini regalate da questa spettacolare avaria, che, fortunatamente, non ha provocato grandi disagi.

 

 

 

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