Indagini in corso sulle procedure amministrative propedeutiche all’approvazione finale del Piano particolareggiato con il quale si prevede il Parco commerciale di contrada Siena a Barcellona Pozzo di Gotto, al centro di alcune interrogazioni parlamentari firmate dal senatore Nania atte a sminuire la portata delle denunce di irregolarità da parte di alcune associazioni, tra cui l’associazione antimafia Rita Atria, volendo bloccare l’accesso agli atti del comune da parte del Prefetto Alecci.
La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha iscritto nel registro degli indagati 15 persone accusate di abuso d’ufficio in concorso, nell’inchiesta giudiziaria aperta sulle procedure amministrative che hanno portato all’approvazione finale del contestato Piano particolareggiato con il quale si prevede il Parco commerciale, la cui proprietà e la gestione sarebbe riconducibile all’avvocato Rosario Pio Cattafi, che alcuni collaboratori di giustizia indicano come il “vertice assoluto” della famiglia mafiosa barcellonese e sul quale la Dda sta indagando per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso.
Richiesta dal sostituto procuratore Francesco Massara al Gip del Tribunale di Barcellona Maria Rita Gregorio la proroga delle indagini preliminari di altri sei mesi.
Tra gli indagati lo stesso avvocato Rosario Pio Cattafi, 60 anni, padre-padrone della “Di.Be.Ca.sas”, la società immobiliare della famiglia Cattafi, Ferdinanda Corica, 56 anni, la legale rappresentante pro tempore della stessa società; i soci dell’immobiliare “Di.Be.Ca. sas”, Nicoletta Di Benedetto vedova Cattafi, 90 anni, la figlia Maria Cattafi, 64 anni; il figlio dell’avv. Cattafi, Alessandro, 36 anni.
A ricevere l’avviso di richiesta della proroga d’indagine anche il dirigente del VII Settore di Palazzo Longano, ing. Orazio Mazzeo, 61 anni, responsabile unico del procedimento che ha portato all’approvazione del Piano regolatore particolareggiato del Parco commerciale della “Di.Be.Ca.”, nonché presidente della Commissione edilizia urbanistica comunale; i progettisti che hanno redatto ed elaborato il Piano regolatore particolareggiato del Parco commerciale, gli architetti Mario e Santino Nastasi, rispettivamente di 50 e 51 anni, tutti residenti a Barcellona Pozzo di Gotto.
Tra gli indagati anche il presidente pro tempore della Gdm Spa, Grande distribuzione meridionale, società per la quale è in atto al tribunale di Milano dove aveva trasferito la sede sociale la procedura di concordato preventivo, il dottor Piergiorgio Sacco, 69 anni, originario di Serravalle Scrivia e residente a Milano e il tecnico di fiducia della stessa società, geom. Filippo Leopatri, 52 anni di Reggio Calabria.
Nel registro degli indagati vi sarebbero iscritti anche, con le stesse ipotesi di abuso d’ufficio, i cinque componenti della Commissione edilizia urbanistica comunale insediatasi il 25 ottobre del 2007 e che avrebbero ultimato l’esame del Piano regolatore particolareggiato proposto dalla “Di.Be.Ca” nella seduta del 3 giugno del 2008.
“L’ipotesi di accusa di abuso d’ufficio mossa agli indagati – si legge in un articolo della Gazzetta del Sud – indica come giorno della commissione del reato la data del 16 novembre del 2009, lo stesso giorno in cui il Consiglio comunale di Palazzo Longano approvò a maggioranza, con un solo voto contrario, la delibera n. 59 con la quale si approvava il Prp del Parco commerciale della “Di.Be.Ca.”. Tuttavia allo stato degli atti notificati alle persone iscritte nel registro degli indagati, non risultano componenti del consiglio comunale. Di recente lo stesso sindaco di Barcellona Candeloro Nania nelle note difensive inviate alla Commissione interforze di accesso per verificare la possibilità di ingerenze di tipo mafioso nelle procedure amministrative che hanno portato all’approvazione del progetto per la realizzazione del Parco commerciale aveva affermato – a difesa dell’operato della sua amministrazione – che: “il Consiglio comunale, quando non è in discussione un tema che attiene all’indirizzo politico, non può che tener conto della regolarità o meno dell’atto posto alla sua attenzione, secondo i pareri e le proposte degli organi tecnici competenti valutando la conformità della proposta all’interesse pubblico” e con ciò richiamava la delibera consiliare n. 59 del 16 novembre 2009, indicando così eventuali responsabilità alle valutazioni tecniche fatte da dirigenti, responsabili del procedimento e dalla commissione edilizia e urbanistica comunale”.
Ricordiamo che il 24 marzo 2011 l’area interessata al progetto del Parco commerciale è stata posta sotto sequestro a seguito di richiesta della Procura distrettuale antimafia di Messina che aveva ottenuto il decreto emesso dal Tribunale delle misure di prevenzione nei confronti della società “Di.Be.Ca.” in quanto bene riconducibile a Rosario Cattafi.
Ricordiamo anche che in due diverse interrogazioni parlamentari il senatore Nania si era rivolto al Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri screditando le denunce dell’associazione antimafia Rita Atria, del Movimento Città Aperta e del giornalista Antonio Mazzeo, e chiedendo di bloccare il lavoro del Prefetto a cui lo scorso 24 novembre era stato notificato il decreto per l’accesso agli atti del Comune allo scopo di verificare possibili condizionamenti della criminalità organizzata nell’attività amministrativa del Comune di Barcellona.