Cavendish e Gilbert. Gilbert, Boasson Hagen e Goss. Questi i nomi più illustri tra coloro che hanno appena abbandonato il carrozzone della Tirreno-Adriatico. Cavendish sembra uno degli uomini da battere alla Milano-Sanremo di sabato 17 marzo (la gran volata piazzata in questa Tirreno-Adriatico è suonata come minacciosa avvisaglia), Gilbert sembra invece decisamente indietro rispetto ad un anno fa.
Tutta su e giù, circuito finale di 16 km compreso, l’ultima tappa in linea ha in Betancourt, Amador, Vichot e Pauwels i 4 protagonisti. Colombiano Betancourt, costaricano Amador, Vichot francese e Pauwels belga. Desisteranno all’altezza degli ultimi 5 km i 4, di fronte ad un gruppo ringhioso, sotto l’impulso della Liquigas Cannondale di Nibali. Da un primo deciso strappo ai -4 km dall’arrivo Wouter Poels. Si allunga la fila, e contrattacca in maniera violenta appena dopo Danilo Di Luca. Scarponi gli prende la ruota a una ventina di metri un drappello con ben presenti i primi 3 della classifica. Horner, Kreuziger e Nibali.
Una quindicina i corridori che compongono dunque il drappello di testa, dal quale si sgancia in un tratto di falsopiano (- 2.5 km) il francese Riblon. Si getta al suo inseguimento con successo Domenico Pozzovivo, mentre dietro si vede Sagan menare per la causa di Vincenzo Nibali.
El Purito Rodriguez, ripresi anche Riblon e Pozzovivo, scatta secco all’altezza dell’ultimo km, che è in salita. Sagan conduce l’inseguimento ma El Purito tiene duro e ce la fa, anche se per pochissimi metri. Nibali chiude 2o, 3o un ancora pimpante Di Luca. Nibali guadagna dunque 6″ di abbuono e in classifica si porta a 6″ da Horner (4o di tappa), che continua a comandare, con Kreuziger sempre 2o a 5″.
Uno dei 3, dopo i 9.6 km a cronometro sul Lungomare di San Benedetto del Tronto, sarà il vincitore della 47ma Tirreno-Adriatico. Che riserva dunque un sontuoso finale dal grande pathos. Nelle crono brevi e piatte Horner non dovrebbe fare grandi cose. Kreuziger e Nibali sembrano invece, entrambi validi interpreti.