Entro la fine della prossima settimana i giudici della corte d’appello del tribunale di Palermo prenderanno una decisione sul ricorso presentato dall’Avv. Catalioto che difende gli interessi di Antonio D’Aquino, primo dei non eletti all’Ars nella lista del Pdl nel 2008, ma che adesso è transitato all’Mpa, partito del governatore “nemico” del sindaco.
Oggi l’udienza dinanzi al presidente della corte d’Appello Francesco Caccamo (relatore Marinella Laudani): poche le sorprese rispetto alle posizioni tenute dai protagonisti della vicenda. Da un lato Giuseppe Buzzanca e il suo avvocato Marcello Scurria, oggi nominato con determina del sindaco “ esperto, a titolo gratuito, per la consulenza giuridica e in materia di contabilità pubblica e di finanza locale”, che ha chiesto la sospensione del giudizio, in attesa che si concluda il procedimento in corso sempre al tribunale di Palermo e che riguarda un altro ricorso presentato da un’elettrice, difesa dallo stesso avvocato Catalioto; dall’altro il legale “anti doppio-incarico” che insiste nel ribadire come sia illegittimo il doppio incarico, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale.
In ogni caso le due cariche scadranno tra un anno. Ricordiamo che nei giorni scorsi l’Ars ha ratificato la “sentenza” della commissione verifica poteri del parlamento regionale, che con un solo voto di distacco ha detto no alla causa di incompatibilità di Buzzanca.