Le condizioni dell’economia pubblica cittadina si possono certamente dichiarare in “default”: la Giunta cittadina con l’avallo del consiglio comunale sta cercando di varare un piano di salvataggio per non dichiarare il dissesto, salvando così di fatto dalle pesanti conseguenze di ineleggibilità gli attuali amministratori pubblici.
La ricetta che stanno preparando è ancora quella di vendere il patrimonio immobiliare comunale (ipotesi della quale ad oggi si è avuto soltanto un fallimento), e successivamente si passerebbe a quella classica di aumentare imposte e tributi a carico dei soliti cittadini.
Certo non sarà facile chiedere ai pochi onesti che pagano le tasse un incremento delle stesse che potrebbe aggirarsi anche intorno al 100%: la nuova Imu infatti raddoppierà praticamente la vecchia Ici, la Tarsu potrebbe anch’essa raddoppiarsi, le addizionali comunali sono già al massimo e potrebbero ulteriormente aumentare, i comuni potranno anche istituire la nuova Res imposta sui rifiuti e sui servizi.
Considerando anche che il tasso di evasione delle stesse imposte nel comune di Messina supera il 50% , si può facilmente intuire che i soliti onesti pagheranno di più (e molto), e per tutti gli altri.
Tutto questo a fronte di servizi che sicuramente sono impietosamente inadeguati: i servizi sociali sono al minimo indispensabile, le scuole a momenti non avranno più il gasolio per il riscaldamento e le strutture sono a dir poco fatiscenti, i servizi per bambini e anziani sono pressoché inesistenti, le strade e i servizi di arredo urbano sono assolutamente scarsi, la pulizia e il decoro cittadino sono desolanti, i trasporti pubblici sono una vera iattura per l’utente, il settore dei rifiuti è ormai allo sbando.
E se l’economia pubblica langue, certamente nulla può dirsi di meglio dell’economia privata: una città che fonda la principale fonte di entrate dal reddito da lavoro (per lo più da pubblico impiego), con l’industria edilizia pressoché al palo, la cantieristica ai minimi storici, adesso anche il terziario, che è sempre stato il settore senza flessioni particolari, comincia a perdere colpi: i servizi ed il commercio sono infatti ai minimi storici, come si fa a non notarlo girovagando per le vie centrali della città !
E’ difficile notare che ormai molte serrande delle botteghe rimangono chiuse pressoché tutti i giorni, e che i consumi sono ridotti al minimo indispensabile?
Eppure la politica autoreferenziale pensa solo a proclamare i suoi organi direttivi, a ri-sistemare cariche e incarichi ai soliti portaborse, a riflettere di recuperare il rapporto con gli elettori !
Ma quale rapporto dovrebbero recuperare ? Persino il clientelismo è ormai una chimera, non sanno più a che santo votarsi, e quindi cercano soltanto disperatamente di non perdere la propria poltrona.
Ma si giustificheranno che la crisi non è colpa loro, c’è sempre qualcun altro su cui scaricare le responsabilità, insomma è un fatto globale, non si può certo addebitarlo a loro che amministrano
una piccola / grande città del sud Italia !
E allora chiedo: dov’è finita l’illusoria ipotesi di sviluppo prospettata per la costruzione del Ponte sullo Stretto e disattesa ormai da oltre 50 anni ? Quale ipotesi di sviluppo alternativa stanno preparando per la città questi nostri illuminati politici? Quella fantastica (in tutti i sensi) ipotesi di sviluppo di Messina per il 2020 che fine ha fatto ?
E soprattutto, anche qualora nel 2020 l’assessore Scoglio dovesse essere ringraziato per quello che
ha progettato per Messina 2020, gli chiedo, che cosa facciamo dal 2012 fino a quella data ?
Cosa spieghiamo in questi anni ai nostri figli: che dovranno fare ? cosa dovranno studiare ? Perché
soprattutto dovrebbero restare a Messina ?
Poi qualcuno si domanda, all’esito del recente censimento, perché la città registra una perdita demografica netta di circa 100 persone al mese.
Certo, si fanno meno figli, ma ci sono gli immigrati che compensano il saldo negativo.
La verità è che rimanere in questa città è diventato semplicemente sconveniente, questo dovrebbero capire questi signori della politica, che se non rimettono il merito al centro della loro azione il futuro sarà sempre peggiore.
Il 2013 e le elezioni amministrative sono alle porte. Quali prospettive e soluzioni ? un governo tecnico per la città di Messina, senza colori e bandiere di partito.
A patto che qualcuno si impegni per costruirlo, e che trovi quei pochi uomini ancora liberi nel pensiero e nell’azione. Meditate gente, meditate !
(MICHELE LA TORRE – Presidente Giovani Dottori Commercialisti di Messina)