Sono tante le mancanze del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, pubblicato lo scorso settembre dalla Concessionaria Stretto di Messina Spa. Sostenibilità economica e finanziaria, scarsa analisi sismica ed omissione di collegamenti ferroviari ed autostradali: sono queste le principali pecche di un progetto che qualora venisse approvato, secondo Guido Signorino, docente universitario e da sempre in prima linea nella lotta contro la costruzione del Ponte, comporterebbe “un atto irrazionale e pericoloso”.
Nel progetto non si parla, infatti, dello scalo ferroviario sul lato-Sicilia, così come viene omessa ogni progettazione di un raccordo ferroviario con la Calabria. Nessun raddoppiamento di carreggiata per il collegamento con la rete autostradale di Messina.
Assurda la scelta di rinviare alla fase esecutiva l’indagine sismica, non considerando una faglia che si trova in prossimita dei piloni, e non considerando che la progettazione avviene in una delle zone sismiche più a rischio in tutto il mondo.
Negato l’accesso al piano finanziario, quindi non è possibile rintracciare un’analisi di costi-benefici. Constatando quindi il calo, negli ultimi anni, di passeggeri che attraversano lo Stretto di Messina, bisogna considerare se il solo flusso di passeggeri garantirà la stabilità finanziaria di un progetto che preliminarmente era attestato intorno ai 4,5 miliardi, mentre ad oggi il costo è salito a 8,5 miliardi.
Già, gran parte di messinesi era sfavorevole alla costruzione del Ponte, ma analizzando questi dati, come possiamo da torto a chi, come Guido Signorino, definisce l’approvazione del progetto come un atto irrazionale e pericoloso? (SIMONE INTELISANO)
la foto è di Enrico Di Giacomo