TEST’IAMOCI: A SAN VALENTINO LA CAMPAGNA PER L’AMORE SENZA VIRUS

 

E’ partita con successo la campagna sul test HIV organizzata dall’Osservatorio Lucia Natoli e dall’Arcigay Messina, che proprio nel “giorno dell’amore” ha visto la partecipazione di molti messinesi, soprattutto i più giovani, “intercettati” ai magazzini COIN sul Viale San Martino, che ha offerto uno spazio di incontro e la possibilità di ricevere informazioni. Il lavoro di sensibilizzazione si svolgerà fino all’8 marzo, altra giornata simbolo, per ricordare che tutti, gratuitamente, possono eseguire in maniera anonima il test nei due centri preposti sia all’Ospedale Papardo che al Policlinico di Messina.

Ogni anno nel nostro Paese si registrano circa 4.000 nuovi casi di infezione da HIV: 12 ogni giorno, uno ogni due ore.

La battaglia contro l’AIDS, non ancora vinta, ha prodotto risultati straordinari in un periodo di tempo relativamente breve, che hanno trasformato la storia naturale della malattia rendendola da rapidamente progressiva e mortale a cronica.

Oggi l’aspettativa di vita di una persona HIV positiva, che riceva una diagnosi precoce, non abbia patologie associate e sia in giovane età, è comparabile a quella della popolazione sana. Ma non va sottovalutato il problema del “sommerso”, della sieropositività inconsapevole, rappresentato dai malati che continuano a infettare senza averne coscienza. Intervenire in maniera attiva per individuarli ha decisivi riflessi sociali.

Oltre un terzo delle persone con una nuova diagnosi di HIV viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, e presenta una rilevante compromissione del sistema immunitario. Queste persone che scoprono di essere HIV positive in ritardo hanno mediamente più di 40 anni di età, hanno contratto l’infezione prevalentemente attraverso contatti eterosessuali.

Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2010 hanno un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 35 anni per le femmine.

Quasi il 40% delle donne HIV positive scopre tardi di essere stato colpito dal virus, spesso quando l’AIDS è già in fase conclamata. Inoltre le donne presentano condizioni biologiche che le rendono più esposte e vulnerabili al virus rispetto agli uomini: sono due volte più a rischio di contagio in un rapporto non protetto rispetto all’uomo. Da qui l’importanza della diagnosi precoce, anche rendendo più facile l’accesso al test.

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