Avrà avuto una ventina di anni l’attuale assessore al Risanamento Roberto Sparso all’epoca in cui il presidente della regione siciliana, il catanese Nicolosi, stanziò una montagna di lire per eliminare le baracche di Messina. Era il luglio ‘90 quando una legge speciale venne votata per lo sbaraccamento e la riqualificazione urbana e sociale che metteva a disposizione 500 miliardi di lire. In quella stagione erano i socialisti messinesi che avevano le “chiavi” per avviare i cantieri, appaltare, progettare etc.
Presidenti dello Iacp e assessori comunali al Risanamento erano rigorosamente del garofano e, in particolare, facevano riferimento all’attuale presidente della Provincia Nanni Ricevuto. Mai e poi mai, il giovane Sparso, avrebbe immaginato che sarebbe toccato anche a lui entrare nel “giro” delle baracche. Anche se la sua provenienza e la sua stessa base elettorale sarebbe stata proprio quella di Giostra, capitale delle baracche storiche.
Gli imprevisti fanno però parte della vita e nei primi anni ’90 scoppiò “Mani pulite”. I socialisti iniziarono a disperdersi e confondersi dentro i “nuovi” schieramenti. Uno di loro, il magistrato Providenti, divenne nel ’94 sindaco anche grazie al decisivo apporto di D’Alia. Si, sempre lo stesso. Quattro anni dopo fu il democristianissimo Leonardi a sedere a Palazzo Zanca mentre Buzzanca era dal ’94 presidente della Provincia Regionale già con qualche problema giudiziario.
Insomma, di quei 500 milioni ne furono usati solo 150 mentre anche la lira ci lasciò e la moneta diventò euro. I piani particolareggiati furono approvati solo nel 2002 mentre nel 2004 la regione Sicilia stanziò altri 70 milioni di euro. I ritardi si accumularono per gli espropri, le demolizioni, i trasferimenti dalle baracche. Secondo un censimento di Legambiente dei Peloritani sono ancora 3336 i nuclei baraccati presenti in città. Una montagna di voti.
Allo Iacp approdò il berlusconiano Enzo Garofalo mentre il sempre più imponente Capurro, da consigliere comunale, divenne il referente degli assegnatari probabili e possibili.
Oggi siamo al 2012 e, con grande candore, l’assessore Sparso, che qualche mese fa ha ottenuto le dimissioni del precedente assessore Pippo Rao grazie al suo capo corrente deputato regionale Beninati, dichiara che la responsabilità di questo fallimento è da ricercare nella “precarietà” dello Iacp commissariato dal solito Lombardo.
Sparso, ovviamente, giura di non conoscere quali siano i favori e i collegamenti politici tra chi occupa abusivamente e consensualmente gli appartamenti incustoditi. L’assessore non conosce chi possa fare le soffiate a tempo. Non sa di eventuali rapporti tra consiglieri circoscrizionali ( magari quelli che lo hanno aiutato in campagna elettorale) e gli occupanti improvvisati. Insomma ignora come tutti tutto. In tanti cadono dalle nuvole. Tutti spostano e declinano le responsabilità. Gridano allo scandalo. Reclamano la forza pubblica. Magari leggi e pene speciali. Ma a loro, sindaco, assessori, consiglieri comunali e di circoscrizione, è invece possibile ignorare i fatti. Non conoscere la verità.
Tutto è fin troppo chiaro invece in una amministrazione dove i consiglieri comunali disertano la normale attività d’aula, ritardano colpevolmente i provvedimenti, non prendono le adeguate decisioni, fanno incancrenire i problemi con l’unico scopo di speculare sui disagi della gente.
Insomma è quello stesso consiglio comunale che non si è mai preoccupato di “scoprire”, per esempio, in quali tasche siano finiti i miliardi che il governo destinò per la copertura dello stadio S.Filippo. E mai reclamò l’intervento della magistratura. Vuoi vedere che anche quella fu responsabilità di qualche baraccato abusivo? (SARO VISICARO)
La foto è di ELIO COLAPOLVE – EMBLEMA