Il protagonista è il medesimo: lo stesso detenuto ricoverato nel Centro Diagnostico Terapeutico che lo scorso 23 gennaio ha tentato di strangolare un agente, ha nuovamente perso le staffe, e dopo essersi avventato contro un poliziotto ed un ispettore, ha tentato il suicidio.
A dare la notizia è Mimmo Nicotra, vice- segretario dell’Osapp, sindacato di polizia Penitenziaria, che ha spiegato come l’aggressione si sia verificata ieri alle 22:50.
Secondo il racconto del sindacalista il detenuto ha reagito mentre veniva allontanato dalla sua cella, aggredendo due agenti , e poi, durante la notte alle ore 2:00, dopo essere stato condotto in una cella singola, si sarebbe procurato dei tagli profondi con una lametta nelle parti dell’addome, tanto da richiederne il ricovero al Policlinico dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico e dove si trova tutt’ora sotto osservazione.
“Purtroppo – afferma Nicotra – a Roma non raccolgono i nostri appelli, all’ultimo concorso nessuna unità di Polizia Penitenziaria è stata assegnata in Sicilia e le gravi carenze di personale ormai sono diventate insostenibili, facciamo appello, ancora una volta, ai politici siciliani affinchè rivolgano la loro attenzione alle carceri e soprattutto al fatto che dal Dipartimento di Roma non arrivano segnali.”
Cosa succede davvero al carcere di Gazzi? Certamente sarebbe opportuna una ispezione, viste le condizioni in cui versa il “reparto medicina”, già attenzionato dall’On. Rita Bernardini lo scorso anno e alla luce delle denunce da parte dello stesso sindacato di polizia, che ha denunciato la grave situazione in cui versa anche il personale “ particolarmente stressato pur di garantire livelli minimi di sicurezza”.
La Casa Circondariale di Messina, la cui struttura è fatiscente e dove si registrano gravi problemi di sovraffollamento dopo la chiusura di alcuni reparti che non sono adeguati, soffre anche la carenza di uomini di oltre 100 unità. “Il DAP – denuncia il sindacato – tra l’anno 2006 e 2007 aveva previsto, con apposite lettere circolari, l’invio di 32 unità in totale presso la Casa Circondariale di Messina. Unità che misteriosamente non sono mai pervenute e di contro si sono avute almeno dieci unità poste in quiescenza”.
Eugenio Sarno, segretario generale della Uil penitenziari, che spiega come dopo l’aggressione il detenuto è stato portato in una cella singola, dove ha tentato di togliersi la vita. “E’ del tutto evidente – sottolinea Sarno – che le condizioni degradate e degradanti del Gazzi di Messina alimentano una deriva di violenza. Oggi si registra la presenza di 409 detenuti a fronte di una disponibilità di circa 180 posti, considerata la chiusura di un padiglione per lavori di ristrutturazione. Ciò origina quella promiscuità , già denunciata, tra detenuti comuni e pazienti negli ambienti di ospedalizzazione del centro clinico. E’ del tutto evidente che Messina paga lo scotto di ataviche disattenzioni da parte dell’Amministrazione Penitenziaria.”