Il movimento parte dall’isola, ma potrebbe mettere in difficoltà tutta la penisola. E’ scattato a mezzanotte lo sciopero che si protrarrà fino al 20 gennaio . Gli autotrasportatori dell’Aias e i produttori agricoli del Movimento dei Forconi, di cui fanno parte agricoltori, pescatori, pastori e allevatori, presidieranno le arterie e gli snodi cruciali per i trasporti.
L’aumento del costo del carburante, la mancanza di regolamentazione dei pagamenti della committenza, il cartello imposto dalle compagnie assicurative e una rete infrastrutturale inadeguata sono le ragioni della protesta, alla base anche della nascita del Movimento ‘Forza d’urto’.
“Noi stiamo soffrendo di piu’ rispetto al resto d’Italia – spiega il presidente dell’Aias Giuseppe Richichi – perche’ siamo periferici. Abbiamo piu’ volte chiesto l’intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall’Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro e’ uno sciopero spontaneo che non vuole produrre un eccessivo caos e che ci auguriamo vedra’ l’adesione di tutti i siciliani. Ma e’ necessario perche’ ormai siamo con le spalle al muro. Non ci saranno le situazioni che si sono venute a creare nel 2000. Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia”.
Nei supermercati del resto d’Italia potrebbero presto mancare tutti quei prodotti, a partire da frutta e ortaggi, che arrivano abitualmente dalle campagne siciliane. Ci saranno presidi nei punti strategici dell’isola. Queste le richieste: defiscalizzazione dei carburanti e dell’energia elettrica; blocco delle procedure esecutive di Equitalia, utilizzo più razionale dei fondi europei.