15 gennaio 1998: Matteo Bottari, professore di diagnostica e chirurgia endoscopica, sposato con Ildefonsa Stagno D’Alcontres, la figlia di Guglielmo, ex Rettore dell’Università di Messina, viene assassinato con un colpo di lupara in testa, intorno alle ore 21, mentre tornava a casa dalla Clinica Cappellani.
Quattordici anni dopo, il killer, i complici ed i mandanti di quell’omicidio sono ancora senza nome.
Nel corso degli anni anche i media nazionali si sono occupati del “Caso Messina”.
Carlo Lucarelli, tre anni fa, ha parlato dell’omicidio Bottari durante una puntata di Blu Notte, dentro la quale si parlava di altre due vittime illustri messinesi: Graziella Campagna e Beppe Alfano. Roberto Gugliotta, direttore di IMG Press, quotidiano nazionale online, e collaboratore presso il “Corriere della Sera” e “L’Espresso”, gli ha dedicato il libro “Matteo Bottari: l’omicidio che sconvolse Verminopoli (2007)”.
Se ne è parlato, e se ne parla tanto, ma la giustizia, in questo caso, non ha fatto il suo corso.
Di indagati, però, ce ne sono stati parecchi.
Diego Cuzzocrea, all’epoca Magnifico Rettore, la notte dell’omcidio si trovava a Napoli. Cuzzocrea verrà introdotto nell’indagine dalla magistratura, e quindi costretto alle dimissioni da Rettore, in seguito ad alcune intercettazioni, che lo collegano al gastroenterologo Giuseppe Longo, presunto mandatore dell’omicidio.
Proprio Longo verrà arrestato ma dopo un anno di carcere preventivo, tutte le accuse a suo carico non saranno sufficienti a giustificare il regime carcerario. Verrà prosciolto in primo grado.
Anni dopo, altre intercettazioni, altri indagati. In un noto ritrovo del centro cittadino un potente magistrato, un noto avvocato ex legale dei Cuzzocrea e un imprenditore messinese con grossi interessi in paesi dell’ex impero sovietico, lasciano intendere di essere a conoscenza di particolari inediti sull’omicidio Bottari. Questo, almeno, è ciò che risulta dalle cimici della Guardia di Finanza.
Ma dopo tanti anni, tante indagini, tanti sospettati, non si riesce a giungere ad una conclusione, ad un colpevole, ad un nome concreto, per un nerissimo capitolo della cronaca messinese, che forse mai vedrà la parola, fine. (SIMONE INTELISANO)