Il Movimento dei Forconi, formato da agricoltori e pastori siciliani, fermerà le attività dal 16 al 20 gennaio 2012, in concomitanza con lo “sciopero dei camion” proclamato dall’Aias, cui ha aderito oggi anche l’Aitras, un’altra sigla dell’autotrasporto siciliano.
“Ci costringono a viaggiare con tariffe che risalgono al dopoguerra, obbligandoci a rispettare le normative europee che di fatto non possono essere rispettate, specialmente dagli autotrasportatori del meridione, con il nuovo codice della strada stanno danneggiando tutti i prodotti ortofrutticoli siciliani che necessitano di tempi di consegna brevi”, spiega il segretario Salvatore Bella dell’associazione regionale Aias, che ha proclamato lo sciopero una settimana prima di quello nazionale. Egli stima che aderirà al fermo l’80% delle imprese di autotrasporto siciliane, ossia 10mila su un totale di 14mila.
Un importante sostegno alla protesta dell’autotrasporto siciliano giunge anche dagli agricoltori del Movimento dei Forconi, che ha già attuato proteste in alcune città siciliane e che sta preparando un fermo regionale dell’agricoltura, proprio negli stessi giorni del fermo dell’autotrasporto siciliano, ossia da lunedì 16 a venerdì’ 20 gennaio 2012.
I dirigenti del movimento hanno annunciato presidi al porto di Messina, al casello autostradale di San Gregorio (Catania), lungo le autostrade dell’isola e davanti alle raffinerie di Priolo, Gela e Milazzo. Mariano Ferro, del Movimento dei Forconi, e Giuseppe Richichi dell’Aias hanno denominato la nuova aggregazione “Forza d’Urto”.
Tra le richieste alcuni provvedimenti immediati, dalla defiscalizzazione dei carburanti e dell’energia elettrica, al blocco delle procedure esecutive della Serit-Equitalia.
“Qualora ciò non avvenisse entro cinque giorni dallo sciopero- dichiara Martino Morsello del movimento – lo sciopero proseguirà ad oltranza, chiedendo con forza le dimissioni del Governo Lombardo”.