Sventato la notte scorsa il tentativo di suicidio di un detenuto ricoverato al centro clinico della casa circondariale Messina. Si era impiccato all’interno del bagno della propria cella, utilizzando la cinta di un accappatoio. Appena in tempo e’ intervenuto l’assistente di polizia penitenziaria in servizio nel reparto, aiutato da altro personale. Il detenuto era gia’ privo di sensi, ma e’ stato scongiurato il peggio
”Il detenuto era gia’ privo di sensi -spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria – ma proprio l’intervento immediato e le successive cure del sanitario di turno hanno scongiurato il peggio. Da apprezzare in particolar modo la tempistica e le azioni del personale di polizia penitenziaria, talmente risolutive che non e’ stato nemmeno necessario il trasporto del detenuto in ospedale”.
”Cio’ fa onore in primis al personale coinvolto direttamente nella vicenda -rimarca Capece- per il quale, l’organizzazione sindacale Sappe, la piu’ rappresentativa a livello nazionale per i baschi azzurri, richiedera’ ufficialmente un adeguato riconoscimento. Ma e’ a tutto il personale di polizia penitenziaria di stazza alla struttura messinese che va il riconoscimento e il ringraziamento di questa organizzazione sindacale, per l’opera che quotidianamente svolge nonostante le enormi difficolta’ che attanagliano il penitenziario messinese dovute soprattutto alla grave carenza di personale”.
Il Sappe evidenzia le difficolta’ esistenti nella struttura carceraria con una presenza di 370 detenuti a fronte di una capienza di circa 200, e una carenza di almeno 100 agenti, cui vanno aggiunte le ulteriori 23 unita’ necessarie per l’apertura del reparto detentivo presso l’azienda ospedaliera “Papardo” di Messina, “a tutt’oggi chiuso proprio per la ‘diffida all’apertura’ che dovra’ avvenire solo ed esclusivamente dopo l’invio di adeguato numero di personale”. Il Sappe denuncia ancora che il Dap, tra il 2006 e il 2007, aveva previsto, con apposite lettere circolari, l’invio di 32 unita’ presso la casa circondariale, “unita’ che misteriosamente non sono mai pervenute, mentre si sono avute almeno dieci unita’ poste in quiescenza”.
Intanto da ieri (30 dicembre) la deputata radicale Rita Bernardini, membro della commissione Giustizia della Camera, e’ in Sicilia fino al 2 gennaio per verificare le condizioni di detenzione degli istituti di Agrigento, Catania, Caltanissetta e Gela. Ad aprile era stata la deputata, eletta in Sicilia, a far conoscere il “caso gazzi” lo scorso aprile con una interrogazione parlamentare seguita ad una visita ispettiva.
Questo il programma: ieri carcere di Agrigento, con Gianmarco Ciccarelli e Donatella Corleo; oggi carcere di Catania Piazza Lanza e carcere di Catania Bicocca, con Gianmarco Ciccarelli e Assunta Albergo; sara’ presente il Garante regionale dei diritti dei detenuti, sen. Salvo Fleres; domenica 1 gennaio carcere di Caltanissetta, con Gianmarco Ciccarelli e Giuseppe Nicosia; lunedi’ 2 gennaio carcere di Gela, con Gianmarco Ciccarelli e Valentina Marino.