Le foto dell’Archivio Storico pubblicate in questi giorni, che mostrano libri e documenti antichi e rari ammuffiti e impietosamente buttati da anni in un cantinato umido, hanno toccato la sensibilità di tutti ed hanno suscitato amarezza e indignazione.
Anni di SOS lanciati al Sindaco per salvare un bene di così inestimabile valore non sono serviti a nulla.
Il pacifista Renato Accorinti, che lo scorso 18 novembre abbiamo intervistato in occasione dell’ennesima denuncia delle vergognose condizioni di parte del nostro patrimonio storico, teme che il trasferimento dell’archivio annunciato in questi giorni non raggiunga il risultato di aprire alla cultura un “palazzo” che appare un edificio adibito ad uffici più che luogo di divulgazione.
“Con indifferenza assoluta e non intervenendo – ha scritto Accorinti – gli Amministratori Comunali hanno continuato a perpetrare un vero CRIMINE CULTURALE svelando così chi c’è dietro la maschera: gli stessi che poi organizzano la Notte della “Cultura” buttando fumo negli occhi e poi per 364 giorni SCELGONO DI LASCIARE LA CULTURA NEL BUIO. Con la stessa indifferenza noi cittadini, abituati a delegare invece di partecipare, abbiamo permesso che questo accadesse.
Il Sindaco e l’intera classe politica DOVREBBERO CHIEDERE SCUSA ALLA CITTÀ RISARCENDOLA CON INVESTIMENTI (DA SEMPRE NEGATI) PER LO SVILUPPO DELLA CULTURA costruendo in tutti i quartieri: biblioteche, auditorium per dibattiti, spazi per tutte le forme d’arte. Tutto questo è essenziale per lo sviluppo umano della collettività.
Che in questa città la Cultura non trovi spazio adeguato ne è la prova che per costruire il “Palazzo della Cultura” ci siano voluti 35 anni (1975-2010). Come sempre il costo di realizzazione è enormemente lievitato negli anni con il risultato di aver realizzato una struttura brutta e priva di parcheggi indispensabili per la fruizione degli eventi. E in più la beffa: tutti i locali sono stati occupati da uffici che nulla hanno a che fare con la cultura”.
Accorinti ha invitato la cittadinanza a seguirlo nell’occupazione pacifica del plesso di Viale Boccetta che inizierà alle 18 del 28 dicembre, e dove partirà una raccolta firme per chiedere al Presidente della Repubblica, alla Procura, ai Ministeri dei BBCC e della Pubblica Istruzione, alla Sovrintendenza, alla Prefettura, alla società messinese di Storia Patria, all’Archivio di Stato, ed eventuali altri Enti preposti ad indagare sulle responsabilità di chi ha permesso la distruzione di interi volumi lasciati alla muffa, e per chiedere all’amministrazione comunale di destinare tutti i locali del Palacultura esclusivamente ad attività e associazioni culturali.
“Accompagnerò la protesta di questi tre giorni con un digiuno per viverla profondamente – ha concluso Accorinti – con più determinazione e soprattutto animo sereno”.