PARKINSON: IN SICILIA 15 MILA AMMALATI, A MESSINA UN CENTRO D’ECCELLENZA

 

E’ l’unica struttura presente nel Sud Italia e nonostante i tagli alla spesa sanitaria regionale, sara’ mantenuta attiva per casi particolarmente gravi, selezionati da un’equipe integrata di medici: si tratta del Centro per la stimolazione cerebrale profonda, tecnica innovativa e costosa, orgoglio del Policlinico Universitario.

Uno degli spunti emersi ieri al Centro Congressi del nosocomio durante l’incontro “Parkinson tra quotidianita’ e arte”, appuntamento annuale promosso dall’Associazione Italiana Parkinsoniani – sezione area dello Stretto grazie al supporto di Novartis: un’occasione per fare incontrare specialisti, autorita’ sanitarie e pazienti prima delle vacanze natalizie e premiare gli artisti colpiti dalla malattia.

“Nella lotta contro il morbo – ha sottolineato Letterio Morgante, associato di neurologia della Facolta’ di Medicina – Messina sta diventando un punto di riferimento d’eccellenza per tutto il Mezzogiorno: il Centro accoglie pazienti da Roma in giu’ per assicurare loro una terapia mirata ed efficace”.

Dopo l’introduzione di Nino Romano e Antonio Toscano, un confronto a piu’ voci sulla patologia, con particolare riferimento a ricerca scientifica, qualita’ della vita e diffusione nel territorio durante la tavola rotonda moderata dal giornalista Mario Cavaleri. “In Italia sono oltre 150mila le persone colpite dal Parkinson – ha ricordato Giuseppe Vita, ordinario di Neurologia e direttore Unita’ di Neurologia e Malattie neuromuscolari – 15mila solo in Sicilia: e’ la patologia neuro-degenerativa piu’ diffusa dopo l’Alzheimer e intacca soprattutto la sfera motoria”.

Il morbo, a volte diffuso anche in giovane eta’ compromette le capacita’ di movimento e progressivamente fa perdere l’autonomia nella vita quotidiana, con la conseguenza della dipendenza sempre piu’ costante dai familiari. “Grazie a una crescente efficacia nel controllo dei sintomi e un impatto ridotto degli effetti collaterali – ha sottolineato Paolo Girlanda, ordinario di Neurologia e direttore dell’Unita’ di Neurofisiopatologia – le terapie oggi disponibili consentono di migliorare la qualita’ della vita dei pazienti, anche se non e’ ancora possibile ottenere la completa guarigione dalla malattia”.

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