La polizia ha posto i sigilli ad uno dei pochi riferimenti per la movida messinese, a corto di spazi e spesso di idee. Il centro multiculturale Officina, in poco più di un anno, si è imposta come una bella realtà, oggi messa in crisi da un provvedimento della Polizia di Stato, che piomba improvvisa sulla programmazione invernale.
Secondo quanto comunicato dalla Polizia, non ci sarebbero le necessarie autorizzazioni, inoltre nel locale di via croce rossa “in luogo delle attività tipiche di un circolo privato destinate a una cerchia ristretta di soci, si svolgevano con sistematica regolarità serate danzanti, di fatto aperte al pubblico, che attiravano diverse centinaia di giovani”.
L’Autorità Giudiziaria, su richiesta della Squadra di Polizia Amministrativa, ha disposto il sequestro del locale ed emesso avviso di garanzia nei confronti del gestore, il presidente del circolo privato – M.P. -, accusato di aver organizzato e gestito abusivamente un locale di pubblico spettacolo, privo delle necessarie autorizzazioni e pertanto anche in spregio dei severi requisiti tecnici e strutturali richiesti dalla normativa al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità pubblica.
In attesa di difendersi dinanzi al giudice, i membri del Centro Multiculturale hanno cercato di spiegare l’accaduto, diramando un comunicato che sta facendo il giro dei social network, mezzo spesso utilizzato dal “popolo” dell’Officina.
“Il Presidente – si legge – nello specifico, precisa di NON aver organizzato e gestito abusivamente un locale di Pubblico Spettacolo in quanto pienamente convinto di aver costituito e gestito LEGALMENTE un’associazione culturale che faticosamente sta cercando di ampliare la proposta culturale offerta dalla nostra città.
Prova ne sono le innumerevoli iniziative e collaborazioni poste in essere nel corso della nostra, seppur breve, vita associativa.
Al fine di portare ancora avanti iniziative del genere l’Associazione è assolutamente certa di poter dimostrare nelle sedi opportune di possedere tutti i requisiti tecnici e strutturali previsti dalla normativa al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità pubblica.
L’Associazione precisa, anzi, di aver sovradimensionato tutti i sistemi di sicurezza e quelli igienico-sanitari previsti dalla legge.
Precisa di avere osservato i requisiti previsti dalla legge in merito alle modalità di adesione dei soci.
Coerentemente con i valori associativi, noi del Centro Multiculturale Officina, abbiamo fatto del rispetto delle Istituzioni e delle regole il fondamento principale del nostro impegno civico e non ci sottrarremo, in alcun modo, alle decisioni che nei nostri confronti prenderà la Magistratura, nella quale riponiamo la nostra piena fiducia e del cui operato abbiamo profondo rispetto.
Ma non possiamo accettare in silenzio un provvedimento, a nostro parere, spropositato che rischia di compromettere irrimediabilmente una realtà nella quale crediamo, che stiamo faticosamente costruendo, senza alcun contributo pubblico, e per la quale continueremo a lottare.
In una città dove le iniziative culturali hanno vita breve ( e forse per questo non vengono riconosciute quando le si incontra???) riteniamo necessario combattere per regalare uno spazio libero, una casa della musica e dei musicisti, un palcoscenico per il teatro e i suoi attori, una parete per gli scatti di vita di ogni fotografo, uno spazio di aggregazione, di formazione professionale e sociale, di confronto democratico.
Per dovere di verità e cronaca si ricorda, inoltre, che nessuna sentenza in merito è stata ancora emessa e che, dunque, non di fatti certi ma di semplici presunzioni si sta parlando.”