“Cercate di sopravvivere” scrive qualcuno ironicamente su facebook. Eppure c’è poco da star allegri, perché una nuova Giampilieri si prospetta all’orizzonte. Oggi 22 novembre gli abitanti del Messinese hanno ben poco da invidiare ai connazionali Genovesi, che il 4 novembre scorso furono coinvolti da una disastrosa alluvione.
Giornali e telegiornali riportano i rilievi effettuati in mattinata dagli esperti, i quali attestano l’entità del mal tempo ed indicano come centri maggiormente colpiti: Barcellona Pozzo di Gotto, dove sono già caduti 112 mm di pioggia, Milazzo, dove ne sono caduti 96 e Castroreale-Terme, dove invece né sono caduti 320. Ancora si fa accenno al ponte di Calderà crollato, alle 50 famiglie isolate (che poi sarebbero 100) a causa di una frana sulla statale, a qualche abitazione sommersa dal fango, senza contare però l’esondazione del Longano nel centro Barcellonese o il cedimento di numerosissime “saje” nelle strade, che hanno inondato case e negozi, o gli smottamenti localizzati, tra le principali cause del blocco dei collegamenti con gli altri centri abitati o la rottura degli argini del Patrì, il torrente di Rodì-Milici, che hatravolto ed allagato la foresta di pioppi sita sulle sue sponde, trascinando via decine di alberi, i quali ovviamente hanno arrecato danni, seppur di lieve entità, nelle zone circostanti.
Milazzo allagata, Merì Bloccata, Barcellona piegata alla forza dirompente della natura, che si ribella ed anche se il percolo sembra scampato, i rapporti della protezione civile continuano a preoccupare. Nuove precipitazioni in arrivo?
Speriamo di no, per i cittadini e le famiglie, per chi si è visto la casa allagata, l’auto sepolta dal fango o il negozio distrutto dal fluire dell’acqua. Danni che forse nessuno ripagherà, perché si dirà che l’abitazione è abusiva o che l’attività non era in regola.
C’è chi piange e chi si dispera, ma anche chi ha pensato di aiutare la città a rialzarsi. Notevole in merito l’interesse mostrato da gruppi e comitati locali come il Movimento Città Aperta alla ricerca anche sui social network di volontari per ripulire le strade, invase dal fango o di Rifondazione, che non ha esitato ad attivarsi immediatamente, per supportare i cittadini disagiati e diffondere lo stato d’allarme con le relative misure di primo intervento anche sul web.
Il Circolo Arci di Furnari stesso si è fatto avanti per offrire a chiunque avesse bisogno, un posto per dormire, mangiare e soggiornare in attesa che la situazione si fosse stabilizzata.
A disposizione ci sono anche dei numeri di telefono: quello per contattare l’ Ufficio comunale dei protezione civile del comune di Barcellona, cell 3929432457; mentre chi avesse bisogno di cibo e posti letto può rivolgersi al 3408672982 e al 3477746782.
Tuttavia c’è anche chi grida indignato, citando le parole della concittadina Sonia Alfano, esponente di IdV, nel sottolineare il disinteresse generale mostrato ancora una volta dai media nazionali verso i siciliani colpiti dalla calamità. Eppure a Genova è stato dato manforte! Dell’Aquila si è parlato fino alla nausea! E Messina? Barcellona? Milazzo e zone limitrofe? Forse meritano meno stima? Forse il rischio non è così grande? Peccato però che da tempo ormai a Barcellona si sia accertata una classe di pericolosità elevata per altro sottovalutata, una situazione critica, che potrebbe peggiorare in previsione di nuovi rovesci sulla zona! Continuerà il silenzio! E se si per quanto ancora?
Nonostante tutto gli animi sono vivi! Moltissimi cittadini intendono dare risposta alle politiche di “menefreghismo”, che ormai da tempo si sono radicate nella nostra provincia. Le città colpite dovranno risorgere e ce la faranno, perché si eviti che la prossima volta tra i mattoni o la merce in magazzino, vengano perse anche delle vite umane! (FRANCESCA BISBANO)