Fiat ha disdetto, a partire dal 1 gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti negli stabilimenti auto. E’ quanto si apprende da fonti sindacali.
Nella lettera inviata da Fiat ai sindacati si fa riferimento a successivi incontri per valutare la situazione e predisporre nuove intese collettive “per assicurare trattamenti individuali complessivamente analoghi o migliorativi rispetto ai precedenti”. La disdetta, secondo l’azienda, è una conseguenza dell’entrata in vigore dell’accordo di primo livello che sarà operativo dal 1 gennaio 2012.
”La decisione della Fiat evidenzia la necessità di rompere i residui indugi e realizzare al più presto e comunque prima del 31 dicembre il contratto nazionale per i lavoratori dell’auto”, commenta a caldo il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo.
La Fiom, da parte sua, è pronta a ”mettere in campo qualsiasi azione” per contrastare l’estensione ai 184 stabilimenti del gruppo Fiat in Italia dell’accordo di Pomigliano siglato il 29 dicembre dello scorso anno e che a gennaio entrerà in vigore. ”C’è una sentenza -sottolinea il leader dei metalmeccanici della Cgil Maurizio Landini a Torino per partecipare ad un’assemblea regionale dei delegati dell’organizzazione – che ha condannato Fiat per comportamento antisindacale, quindi, agiremo anche per vie legali, ma abbiamo intenzione -ribadisce- di agire per vie sindacali mettendo in campo tutte le azioni che sono necessarie e costruendo attorno ai lavoratori della Fiat una solidarietà nazionale”.
”Se nel nostro Paese, di fronte alla crisi gravissima che è in atto passasse l’idea che tutti possono fare come Fiat, saremo alla barbarie, quindi non escludiamo alcun tipo di iniziativa che vorremo discutere con i lavoratori della categoria e non solo e su questo sono sicuro che saremo insieme anche alla Cgil”.
Landini, che definisce “gravissimo” il fatto che dal primo gennaio in tutto il gruppo Fiat verrà esteso l’accordo di Pomigliano (“Quello che sta avvenendo è una logica autoritaria, estremistica da parte della Fiat che sta negando le libertà sindacali”, dice), annuncia di voler chiedere una commissione d’inchiesta. “Stiamo raccogliendo in un dossier – spiega – ciò che sta accadendo nel gruppo Fiat perché vogliamo presentare un libro bianco arrivando anche in Parlamento e chiedere una commissione parlamentare che ci ascolti perché ciò che sta accadendo è un tragico ritorno agli anni ’50 peggiorato dal fatto che si esce anche dai contratti e dalle leggi del nostro paese”.