Prende il via tra pochi giorni, con la prossima XXVII Spedizione e l’inizio della primavera australe, la nuova Campagna di Ricerca Scientifica Italiana in Antartide nell’ambito del P.N.R.A (Progetto Nazionale di Ricerca in Antartide).
Un gruppo di ricercatori appartenenti alle Università di Messina, Ancona ed alla Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli, si appresta a partire per una nuova avventura di esplorazione e ricerca scientifica che li porterà a lavorare sul ghiaccio marino di Baia Terranova, nei pressi della Base Italiana in Antartide “Mario Zucchelli”, situata sulla costa della Terra Vittoria prospiciente il Mare di ROSS in Antartide.
Sin dal 1987 l’Università degli Studi di Messina è stata coinvolta nei programmi di ricerca del PNRA, essenzialmente nel settore della Ecologia Marina, in cui il nostro Ateneo vanta una lunga ed importante tradizione storica.
Il Progetto di ricerca, denominato SICAF2011 (Sea Ice CArbon Flux), coordinato dal Prof. Letterio Guglielmo del Dipartimento di Biologia Animale della nostra Università, e supportato sul campo, per la parte di Ecologia dello Zooplancton e del Micronecton, dai nostri tecnici Giuseppe Arena e Nicola Donato, è giunto finalmente alla sua fase operativa dopo una gestazione di alcuni anni dovuta alla necessità di una attenta preparazione scientifico-logistica ed alla limitata disponibilità delle risorse finanziarie.
I ricercatori, in gran parte veterani di vent’anni e più di spedizioni antartiche, quest’anno si interesseranno dello studio dell’ecosistema costituito dal ghiaccio marino antartico, delle comunità di organismi viventi al suo interno, del flusso di carbonio come biomassa all’interno della catena alimentare sostenuta dal ghiaccio marino. Le tematiche più significative affrontate riguarderanno l’isolamento e la caratterizzazione dei microrganismi antartici adattati a condizioni di vita estreme, il ruolo del krill e dello zooplancton nella rete trofica antartica, il ruolo del ghiaccio marino nel ciclo del carbonio e la applicazione di tecnologie strumentali più efficaci ed applicabili in tale ecosistema limite. I potenziali risultati di queste ricerche saranno utili per la comprensione della situazione attuale e futura dell’ecosistema antartico, molto produttivo, ma nel contempo molto vulnerabile ai cambiamenti climatici globali.