Salina, è domenica, sono le 3e20 del pomeriggio. Giulio, il protagonista della storia di oggi è un po’ di fretta. Tra poco partirà l’aliscafo che dovrà riportarlo a Messina. Il viaggio durerà più di tre ore, sempre che il mare sia calmo e che tutto vada per il meglio. La partenza è prevista per le sedici, un salto in biglietteria, 6 euro in meno. Eccoci, l’aliscafo parte. Per arrivare al porto di Milazzo ci vorrà circa un’ora e mezza. Giunti al porto non ci sarà bisogno di correre, l’unico bus pomeridiano partirà alle 18e45: prezzo 3 euro e 90. Altri tre quarti d’ora e siamo a Messina. Facendo un rapido calcolo, sono già passate più di tre ore e Giulio ha speso quasi 10 euro.
Una volta in città non c’è che da prendere il tram ed arrivare a casa, non dimentichiamo che la domenica si paga anche il tram. Sembra poco, ma poco più di 10 euro per fare un viaggio di 4 ore sono tanti. Per non parlare del fatto che andare in giro con i bagagli carichi di vestiti per star fuori diverse settimane è sfinente. Purtroppo però a volte è ancora più difficile, quando il mare è mosso si rischia di non partire, si rischia di restare a casa e perdere giorni importanti di lezione, soprattutto quando il corso ha l’obbligo di frequenza ed un numero di assenze parecchio limitato.
È più che ovvio che in certi casi le assenze possano essere giustificate, ma non è ovvio che il mare mosso possa paralizzare completamente un’isola come Salina ed il discorso vale anche per il resto delle Eolie. Costruiamo mezzi sempre più efficienti per attraversare i mari eppure i nostri traghetti ed i nostri aliscafi risalgono a decine di anni fa. Sono circa le 20e30 quando Giulio, lo studente protagonista di questa storia, viaggiando per terra e per mare arriva in casa “sua” a Messina.
L’affitto, la spesa settimanale, i mezzi, la lotta per la navetta ed un caffè ogni tanto, soldi ed energie che se ne vanno. Questa, in genere, è l’odissea di uno studente fuori sede, che stia alle isole o meno, questa è una fatica che chi studia potrebbe tranquillamente risparmiarsi se solo le cose girassero un po’ meglio, se solo i trasporti fossero efficienti al 100% e se l’università adempisse a quella che dovrebbe essere una missione più che una semplice offerta formativa. Percorreremmo chilometri e chilometri, spenderemmo, in molti casi faremmo spendere, dei soldi in maniera più cosciente ed a cuore più leggero se fossimo consapevoli che ogni passo, ogni centesimo speso per raggiungere l’università ogni giorno, fosse un passo in avanti verso un futuro migliore. (SIRO BIZZI)