Caro direttore, ho appena finito di seguire con estremo interesse l’ultimo video della rubrica “la piazza che spiazza”. Vorrei prima di tutto fare i miei più sinceri complimenti alla redazione che io definirei fresca e motivata. Il mio rammarico è per Messina, città meravigliosa, ricca di storia e fascino, che perde sempre più il suo prestigio in relazione alle altre metropoli italiane ed europee.
Messina città d’ Europa e questo è vero, una delle mete più trafficate dai croceristi, che dovrebbe offrire loro spunti ed alternative valide alla più rinomata Taormina, indubbio gioiello del mediterraneo. Credo ci sia tanto da lavorare, si nota dal video appunto, come i messinesi abbiano perso la fiducia nelle bellezze che la città ha da offrire, abbiano perso la speranza in chi la governa e la voglia di viverla, sembrano quasi costretti. Lo pensavo anche io, credevo di abitare in una città mediocre che nulla aveva da offrire e adesso che non vivo più li vorrei essere come quel turista a cui brillano gli occhi guardando il duomo il cui campanile offusca quello di grandi capitali europee come Praga… Mi rendo conto che ci sono grosse difficoltà dal punto di vista lavorativo, dell’istruzione dei servizi basilari. Ma sarebbe un peccato rinunciare… invito tutti i cittadini messinesi a riscoprire Messina e basta con questo vittimismo la crisi porta sviluppo … Vi lascio con le parole di Albert Einstain. A presto. “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”.
Firmato DEDALO
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Grazie Dedalo per la tua lettera. Ci fa molto riflettere: le ragioni del nostro rimanere qui e “spaccarci la testa” dobbiamo cercarle ogni giorno. Sapere che possiamo restare qui anche per quelli come te, in parte ci motiva. La sfida è riconoscere la bellezza del nostro “campanile” anche se lo osserviamo ogni giorno.
Sulla crisi, poi, siamo d’accordo. E’ il momento di reagire allo stato d’abbandono, che non è così diffuso come vogliono farci credere. Ci sono cittadini che hanno ancora voglia di contare nelle scelte politiche della nostra città, come quelli autoconvocati per chiedere al sindaco di scegliere quale incarico tenersi. Ci sono quelli che, professori e docenti universitari, non temono la sfida al “baronato” e denunciano. Certo, ci sono anche quelli che continuano a sopravvivere in attesa della prossima promessa. Ma forse perchè non hanno ancora capito la forza che ogni indivuduo ha nel decidere non solo la sua storia personale ma anche quella della società a cui appartiene.
Continua a seguirci, un abbraccio.