Il sindaco Giuseppe Buzzanca stigmatizza l’assenteismo del governo, ribadisce che il ponte si farà, e tira fuori dal cilindro il coniglio della “superpenale” da 800 milioni di euro da pagare al general contractor. Il giorno dopo la notizia dello stop ai finanziamenti per il Ponte anche dal Governo, le voci persuasive dell’informazione locale continuano ad assicurare che nulla è cambiato. Ma così non è.
Di fatto la maggioranza si è astenuta favorendo il voto sulla mozione presentata dall’IDV che ha bloccato i fondi. Che sia stata strategia politica per “lavarsi le mani” rispetto alla volontà condivisa da molti esponenti del centro-destra su uno spreco di denaro, sottolineato in questi giorni anche da un’interrogazione parlamentare presentata da Francantonio Genovese, sembra non avere importanza.
“Si è trattato di uno scivolone del centro-destra – ha detto Buzzanca – ma il ministro Matteoli ha assicurato che il Ponte resta una delle priorità del governo. Comunque il 10 novembre parteciperò a Roma ad una conferenza dei servizi per difendere il percorso degli espropri ”.
Restano le parole del sindaco-parlamentare che ripropone il ritornello di un’opera imprescindibile per il futuro della città, e che potrà essere realizzata anche senza i fondi europei, come sottolineato oggi dall’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, che ha ribadito che la decisione per realizzare o meno il ponte sullo Stretto di Messina spetta al governo italiano ma, certamente, l’Unione europea non finanziera’ l’opera.
Gli risponde Michele Meta, capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera: ”Dopo il voto di ieri alla Camera e il taglio dei finanziamenti europei non sarei cosi’ sicuro dell’ottimismo dell’ad di Fs Moretti sul Ponte di Messina che ci sembra antistorico e alquanto anacronistico se consideriamo la profonda crisi nei bilanci dello Stato”.