Sul fronte traporti pubblici qualcosa si sta muovendo, la giunta ha infatti approvato la nuova delibera Atm. Tale delibera prevede che avvenga una trasformazione da azienda speciale in una S.p.a. a maggioranza pubblica. Questa trasformazione dovrà però avvenire prima rispetto alla messa in liquidazione dell’azienda. La conversione in S.p.a. dovrebbe aver luogo in circa sei mesi, successivamente, l’ingresso di un partner privato dovrà avvenire tramite bando pubblico. La messa in liquidazione, invece, dovrebbe avvenire entro quindici mesi dall’esecutività della delibera, che dovrà comunque essere approvata dal consiglio comunale. La stessa, prevede anche il reimpiego del personale Atm. In commissione diverse le perplessità espresse. Prima fra tutte la questione dei tempi previsti per la conversione dell’azienda e per la sua messa in liquidazione. Sembrerebbe, infatti, che rispettivamente 6 e 15 mesi, siano dei periodi di tempo troppo lunghi rispetto a quelli realmente necessari. Dubbi sono stati espressi anche dal consigliere Nello Pergolizzi (PdL) riguardo gli obiettivi che si intendono raggiungere con il presente atto di risanamento. Pergolizzi ha infatti affermato: “Non si comprende come sia possibile esprimere posizione favorevole in merito agli obiettivi, quando invece si dovrebbe tenere conto dei numeri e della contabilità, che raccontano ben altra storia. E soprattutto non si capisce perché nella delibera vengano presi in considerazione solo i debiti dell’Azienda-pari a circa 19.966.011 milioni di euro-, senza alcun riferimento ai crediti che la stessa vanta nei confronti dell’amministrazione». Il fronte sindacale chiarisce che «mai e poi mai avallerà un progetto di liquidazione dell’Atm di Messina. L’Atm , trasformata in S.p.A. dovrà rimanere a totale partecipazione pubblica e dovrà comprendere tutte le attività produttive collegate alla mobilità cittadina. Il nuovo soggetto giuridico dovrà assorbire, all’interno del suo organigramma, tutto il personale in atto in servizio ivi compresi i lavoratori contrattisti e quelli operanti nella Ztl, mantenendo la posizione giuridica ed economica dallo stesso occupata derivante dai vigenti contratti nazionali autoferrotranvieri e dagli accordi di contrattazione decentrata».