Siamo nel 1817, anno i cui l’imprenditore inglese William Sanderson trasferisce i propri affari a Messina, specializzandosi poi nella lavorazione degli agrumi. Inizia in questi anni un periodo di splendore per questa ditta, che diventerà leader nel settore. Facciamo un salto ai giorni nostri: anni ’80, 1980 per la precisione, anno in cui l’antica ditta Sanderson è costretta a chiudere i battenti, causa fallimento. Durante il suo lungo periodo di attività la Sanderson utilizzava oli minerali ed idrocarburi per la lavorazione degli agrumi, il tutto contornato dalla massiccia presenza di manufatti in eternit. Dal 1980 in poi, la zona è stata abbandonata a se stessa, trasformandosi, col tempo, in una vera e propria discarica di rifiuti pericolosi. Nel 2006 l’ESA (ente sviluppo agricolo) ricevette dal comune l’incarico di bonificare quella zona: nulla da fare. Poco più di un anno dopo, la Guardia di Finanza fu costretta a sequestrare la zona a causa delle tonnellate di sostanze nocive presenti. Furono trovati anche 130 “big bags”, ovvero sacchi contenenti più di 100 tonnellate di rifiuti speciali e circa 40 fusti contenenti oli minerali. Nel 2008 l’ESA riuscì ad ottenere dei finanziamenti per la ripresa delle opere di bonifica e, nonostante i lavori siano iniziati, la zona, ad oggi, vessa ancora in condizioni di degrado, creando non pochi problemi agli abitanti delle aree circostanti.
Oggi, il vice sindaco, ed assessore al Patrimonio e Decentramento Francesco Mondello ed Antonio Cortese, ingegnere del dipartimento Politiche del risanamento, hanno effettuato un sopralluogo per avviare un progetto che prevede la quasi totale eliminazione dei manufatti in amianto presenti in zona, per una superficie di circa 2500 mq da parte del comune, i restanti 3000, 3500 mq dovrebbero essere a carico dell’ESA. Dopo questo tuffo nel passato, siamo giunti ad oggi, a poche ore fa, e come ogni viaggio nel tempo che si rispetti, adesso ci tocca andare nel futuro, o almeno parlarne. Come verrà gestita l’area una volta bonificata? Ed ancora, chi gestirà la zona? Il comune parla di due possibili alternative: una riguarda la costruzione di un centro direzionale collegato alla piattaforma logistica di Tremestieri, l’altra invece, se la regione dovesse decidere cosa fare dell’ente Fiera di Messina, ha evidenziato Mondello, prevedrebbe la nascita della nuova cittadella fieristica propria nell’area in questione. In ognuno dei due casi, ha continuato Mondello “L’importante è rendere redditizio un sito che oggi non lo è”. Nell’ultimo consiglio comunale, nel frattempo, è stata approvata la proposta del PD: quella di apporre sulla zona, nell’ambito del Piano paesaggistico, il vincolo di sito archeologico-industriale. (SIRO BIZZI)