Sebastiano Tusa e Pippo Isgrò. L’attuale soprintendente della provincia di Trapani, figlio d’arte di uno dei padri dell’archeologia siciliana, è stato protagonista di un incontro organizzato dall’assessore al mare del Comune di Messina a Santa Maria Alemanna. L’occasione l’ha fornita la recente pubblicazione del volume del professore, ARCHEOLOGIA E STORIA DEI MARI DI SICILIA, un viaggio nei luoghi che hanno segnato la nascita di una nuova sensibilità verso il patrimonio sommerso, che nella nostra regione si è concretizzata nella creazione di una Soprintendenza del Mare, a cui lo stesso Tusa ha avuto il merito di dare impulso.
Diverse le considerazioni sui recenti sviluppi della disciplina che negli ultimi anni ha visto un crescente interesse non solo da parte di studenti e archeologi a scopi puramente scientifici , ma anche come nuova frontiera per il turismo subacqueo e che trova in Sicilia un terreno certamente affascinante per potenzialità ancora in parte inesplorate.
“Se non fosse per la Sicilia non sarei un archeologo marino – si legge nella prefazione firmata da George F. Bass, pioniere dell’archeologia subacquea – Se non fosse per la Sicilia, non sarei nemmeno un archeologo”.
Il libro, che racchiude molti dei risultati del lavoro di Tusa durante l’esperienza alla Soprintendenza del Mare, è stato al centro di un dibattito che ha poi toccato diversi nervi scoperti dell’attuale amministrazione comunale: da un lato i ritrovamenti (il rostro, i relitti di epoca romana) dall’altro la difficoltà a realizzare sul territorio quel connubio tra cultura, turismo e ricchezza che potrebbe ad esempio essere rappresentato nella creazione di un Museo del Mare. Un obiettivo che sembra una chimera, tanto che lo stesso assessore Isgrò, messo da parte il disincanto degli annunci che hanno caratterizzato parte della sua attività politica, e che gli hanno procurato diverse critiche, parla con cautela di un “avvio” di un progetto che certamente presuppone tempi lunghi. Nella nostra città un luogo come il Forte San Salvatore potrebbe essere l’ideale, per storia e per localizzazione, e su questa idea concordano anche la Soprintendenza di Messina, rappresentata per l’occasione dalla dottoressa Gabriella Tigano, e la Direzione del Museo Regionale, con la dirigente Maria Giovanna Bacci.
Ma tra il dire e il fare, mai come in questo caso, c’è di mezzo il mare.