MAFIA: MAXISEQUESTRO AL GRUPPO IMPRENDITORIALE BONAFFINI-CHIOFALO. (VIDEO)

 

Un imponente complesso patrimoniale, per un valore stimabile in circa 450 milioni di euro, comprendente 430 unita’ immobiliari, 9 societa’, una flotta navale costituita da 5 motopescherecci e 3 yacht di lusso, 26 mezzi agricoli pesanti, 13 autovetture e centinaia di rapporti bancari. La Polizia di Messina ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni a carico di 4 persone e dei loro familiari, appartenenti alle famiglie Bonaffini-Chiofalo. Il sequestro costituisce il risultato di complesse indagini di natura patrimoniale che hanno consentito di ricostruire l’ascesa economica del gruppo imprenditoriale Bonaffini-Chiofalo, con l’accumulazione di ingenti ricchezze, ottenute attraverso il reimpiego di proventi illeciti in diversi settori economici di Messina. Il gruppo imprenditoriale, in particolare, ha anche sfruttato i suoi legami con alcuni sodalizi criminali mafiosi di elevatissima pericolosita’ sociale che controllano le aree di insediamento imprenditoriale della città dello Stretto.

La contiguita’ con tali potenti contesti criminali ha consentito al gruppo imprenditoriale Bonaffini-Chiofalo di ”scoraggiare” altri imprenditori concorrenti, i quali, nell’impossibilita’ di operare liberamente, sono stati costretti gradualmente ad abbandonare i vari settori di mercato, a loro esclusivo vantaggio. Sono stati documentati tutti gli interessi economici della holding criminale che, nel tempo, aveva diversificato i propri investimenti nel settore della pesca, della ristorazione e dell’ edilizia.

Il provvedimento è stato notificato a Sarino (54 anni) e Angelo (60) Bonaffini, Domenico (37 anni) e Gaetano (51) Chiofalo e riguarda le società e i complessi aziendali delle imprese Pescazzurra srl, Immobiltre srl, C&B Immobiliare srl, Costruzioni srl, Metropoli srl, il bed and breakfast Villa Gaia, l’impresa individuale  Pesce spiaggia e fantasia di Bonaffini Angelo  e Prinzivalli Giuseppina, infine la catena di rinvendite Mare d’Amare srl.

A coordinare l’inchiesta sono il sostituto procuratore della Dda, Vito Di Giorgio, e il capo della Squadra Mobile, Giuseppe Anzalone.

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