Brontolare per la richiesta di un bicchiere d’acqua e finire in coma. Questo quanto accaduto a Messina, la sera di venerdi’ 7 ottobre, in un bar rosticceria di Via Santa Cecilia. Una vicenda tutta da ricostruire, soprattutto alla luce delle dichiarazioni fornite dall’aggressore che e’ stato individuato dalla Squadra Mobile a meno di 24 ore dall’episodio. L’uomo, un incensurato, avrebbe confessato: voleva difendere il nipotino dall’atteggiamento prepotente del barista. Poco per giustificare una lite che e’ costata al titolare del bar il ricovero d’urgenza al Policlinico, reparto neurochirurgia, dove si trova in coma farmacologico. La posizione dell’uomo e’ al vaglio del sostituto procuratore Fabrizio Monaco che dovra’ valutare le risultanze investigative e decidere per l’arresto o la denuncia.
Secondo la prima ricostruzione fornita dalla Polizia, un ragazzino sarebbe entrato nel bar a chiedere un bicchiere d’acqua e il gestore l’avrebe servito mostrando una certa insofferenza. A quel punto il ragazzino avrebbe bevuto un sorso e scaraventato il bicchiere in faccia al titolare, perche’ indispettito per il suo atteggiamento. Scoppia quindi una lite verbale, senza gravi conseguenze. Il ragazzino torna a casa e la mattina seguente (sabato 8 ottobre) torna al bar con lo zio che sferra al barista un pugno in pieno volto. I due si allontanano, mentre per il titolare del bar la situzione, al momento, resta grave: un ematoma alla testa che ha costretto i medici a ricorrere al coma farmacologico.