Altri sette ricorsi bocciati dal Tribunale del lavoro di Messina, lo scorso 21 novembre, ai danni di altrettanti orchestrali intenti a richiedere la stabilizzazione al Teatro Vittorio Emanuele. Solo in un caso, un professore si è visto rimandare l’udienza al prossimo anno. Due istanze erano già state bocciate lo scorso 28 ottobre dalla presidente del Tribunale, Giuseppa D’Uva.
Nella sua decisione, il giudice Laura Romeo ha ripercorso i principi di giurisprudenza fissati da D’Uva, affermando la legittimità dei contratti impugnati; che in alcun caso il lavoro a termine può essere riconvertito sine die quando il datore di lavoro è una pubblica amministrazione; che la contrattazione collettiva da applicare non è quella delle fondazioni liriche e sinfoniche, bensì quella dei dipendenti regionali; che dalle leggi 4/2003 e 17/2004 non deriva per l’Ear alcun obbligo alla stabilizzazione.
In attesa vi sono altri ricorrenti ma, se questi sono i principi ispiratori delle decisioni dei magistrati, pare che ben poco ci sarà da fare. Ad apparire stridente, tuttavia, è un altro aspetto. Leggendo gli atti, risulta che i ricorrenti sono rappresentati dall’avvocato Concetta Currao. Tuttavia, stando a quanto raccontano, questa Currao mai nessuno l’avrebbe incontrata. La loro interfaccia, sin dal 2011, quando si rivolsero allo studio Caruso&Partners di Catania, sarebbe sempre stata Loredana Zappalà, collega di Currao.
Nel 2011 Zappalà non poteva ovviamente sapere che nel dicembre 2013 sarebbe diventata collega di un’altro noto professionista: Antonino Saija, sovrintendente del Teatro Vittorio Emanele. Entrambi, infatti, sono stati incaricati dal commissario straordinario di far parte, insieme a Caterina Moricca, del nucleo di valutazione della Provincia regionale di Messina. Sebbene Saija le sia gerarchicamente superiore, essendo il presidente del cosiddetto organismo indipendente di valutazione (Oiv). Nemmeno nel dicembre dello scorso anno, tuttavia, Zappalà poteva prevedere il futuro, arrivando a immaginare che agli inizi di giugno 2014 il suo “presidente” potesse diventare il sovrintendente dell’ente contro il quale ha predisposto una serie di ricorsi atti a richiedere la stabilizzazione occupazionale dei suoi assistiti.
Adesso, Zappalà si trova a dover fronteggiare Saija in giudizio, sebbene negli atti sia indicata l’avvocato Currao, e ad affiancarlo nella valutazione dei dirigenti di palazzo dei Leoni. Ruolo, quello nell’Oiv, che ha sposato in via esclusiva dopo che l’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, le ha chiesto di fare una scelta. La professionista, nonché docente universitaria a Catania, come denunciato da un atto presentato lo scorso 17 marzo in Consiglio comunale a Bronte, dal 2010 al 2013 si era ritrovata in una situazione di incompatibilità, facendo parte dei nuclei di valutazione dello stesso Comune etneo, della Provincia e dell’Ato Idrico di Catania.
Da quest’ultimo si è dimessa proprio a marzo. L’incarico della Provincia è stato revocato nel 2013. Sopravviveva quello a Bronte, dopo il rinnovo disposto fino al 2016 dal sindaco, il senatore Giuseppe Firrarello, suocero proprio dell’ex presidente della Provincia e dell’Ato di Catania, Giuseppe Castiglione.
Sollecitata dall’Anac, secondo cui doveva avere un solo incarico, Zappalà ha optato per la Provincia di Messina. Delle ipotesi di incompatibilità dello Stesso Saija, invece, Messina Ora ha già parlato diffusamente a partire dallo scorso 7 giugno.
Ultimo aspetto della vicenda: gli orchestrali, al momento ex, del Vittorio Emanuele sono tutti iscritti alla Cgil che, non solo non ha messo a loro disposizione un legale, ma avrebbe perfino sconsigliato di avventurarsi in questa vertenza. (@FabioBonasera)