MessinAmbiente nel mirino dei consiglieri comunali di opposizione. La partecipata avrebbe violato il decreto legislativo 33/2013 sulla trasparenza e gli obblighi di pubblicità degli atti delle pubbliche amministrazioni e per questo non avrebbe dovuto ricevere a nessun titolo trasferimenti economici dal Comune. Lo afferma Giuseppe Santalco. Secondo Angelo Burrascano (Megafono), va messa in dubbio, addirittura, l’opportunità di rinnovare ad Alessio Ciacci l’incarico di commissario liquidatore.
Il capogruppo di Felice per Messina a palazzo Zanca scrive una nota al sindaco, all’assessore e al dirigente all’Ambiente del Comune di Messina, al segretario generale, al ragioniere generale e al direttore del dipartimento Aziende partecipate: “I commi 1, 2 e 3 dell’articolo 22 del decreto legislativo 33/2013 – scrive – impongono agli enti pubblici vigilati tutta una serie di prescrizioni riguardanti gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. In particolare, l’articolo 22, punto 2, relativamente alle amministrazioni previste dal comma 1 da a) a c) prevede i dati che devono essere necessariamente pubblicati. Lo stesso articolo al comma 4 prevede che ‘Nel caso di mancata o incompleta pubblicazione dei dati relativi agli enti di cui al comma 1, è vietata l’erogazione in loro favore di somme a qualsivoglia titolo da parte dell’amministrazione interessata’”.
Santalco sostiene che “a tutt’oggi, nonostante le disposizioni impartite dal dipartimento Aziende partecipate, Messinambiente Spa, società partecipata del Comune di Messina, sembra non aver adempiuto agli obblighi previsti dalla normativa in oggetto”. Pertanto, chiede ai destinatari della sua missiva di “valutare se nei confronti di Messinambiente Spa sussistono i presupposti di cui al comma 4 dell’articolo 22, anziaccennato”. Comma che, appunto, vieta l’erogazione di somme a qualsivoglia titolo da parte dell’amministrazione interessata.
In un’interrogazione, Burrascano chiede a Renato Accorinti se rtiene o meno opportuno rinnovare l’incarico a Ciacci, “stante l’inefficienza della sua gestione”, e se il commissario “abbia o meno agito al di là dell’incarico a lui conferito, avendo posto in essere atti contrari alla salvaguardia dell’attività aziendale”. Sotto accusa, da parte dell’esponente del movimento di Rosario Crocetta, “l’acquisto di diversi autocompattatori a cassetto usati per un importo di circa 400.000 euro senza comunicare il compimento ed i dettagli delle procedure di acquisto dei mezzi e delle attrezzature”. A instillare il dubbio sull’osservanza dei principi di trasparenza e correttezza, le voci per cui le attrezzature sarebbero state acquistate a Lucca, città natale di Ciacci.
Burrascano, a circa un mese dalla scadenza del mandato, contesta i risultati sin qui raggiunti e la mancata conoscenza degli oneri economici relativi all’incarico. Chiede che “inoltre, relativamente alla gestione operata dal signor Ciacci, essendo di nomina politica e non giudiziale, gli siano consentiti esclusivamente gli atti strumentali alla conservazione del patrimonio ed alle necessità inerenti alla liquidazione e non atti, come la duplicazione di voci di spesa per acquisti non sostenibili dall’azienda, tali da peggiorare il raggiungimento dell’obiettivo strategico del risanamento delle posizioni debitorie e della conseguente tranquillità finanziaria”.